Si è tenuto a Parigi un vertice informale tra i Ministri dell’Interno dell’Unione europea su migranti, sbarchi e distribuzione. Nel corso dei colloqui sono state gettate le basi per l’attivazione di un “meccanismo di solidarietà” che preveda la messa in sicurezza delle donne e degli uomini migranti condiviso da 14 paesi europei. Tra questi Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Lituania, Croazia e Irlanda. Non figura l’Italia, che ha preso parte al vertice con una delegazione di tecnici del Ministero dell’Interno.
Dal vertice e dal documento condiviso è emersa la necessità di:
– porre fine alla detenzione arbitraria di rifugiati e migranti in Libia e garantire la messa in sicurezza secondo protocolli internazionali di quanti sono in transito o in attesa nei Centri di detenzione libici
– combattere il traffico di migranti e le pratiche che danneggiano la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone e mettere in atto procedure per organizzare le operazioni di salvataggio e sbarco, in conformità con il diritto internazionale e le norme nazionali ed europee permettendo lo sbarco dei migranti nel porto sicuro più vicino e prevedendo una capacità di salvataggio all’interno di un un quadro di cooperazione strutturata
– prevedere una ripartizione sistematica nei paesi europei dei migranti soccorsi che avvenga, così come gli sbarchi, il più velocemente possibile
– fornire l’assistenza necessaria, finanziaria e tecnica, agli stati membri dell’UE di primo ingresso e sbarco per facilitare il rapido ritorno legale nei paesi d’origine di tutti quei migranti che non hanno diritto protezione internazionale o a cui è stato negato l’asilo.
Questi alcuni dei punti presenti nella bozza di documento proposta su iniziativa franco-tedesca, a cui si contrappone la posizione di Italia e Malta, come già emerso la scorsa settimana nel corso del vertice di Helsinki, contrarie tra l’altro ad autorizzare lo sbarco sulle loro coste in qualità di porti sicuri.