Sono 117,3 milioni le persone che nel mondo alla fine del 2023 sono state costrette a fuggire dal proprio Paese a causa di persecuzioni, conflitti, violenze e violazioni dei diritti umani, 1 persona su 69 a livello globale. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto Global Trends dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati.
Negli ultimi dieci anni il numero di persone in fuga è più che raddoppiato. Rispetto al 2022 si è registrato un aumento dell’8%, ossia 8,8 milioni di persone in più; un trend in salita confermato dai dati registrati nei primi quattro mesi del 2024, in cui la popolazione mondiale in fuga ha raggiunto il drammatico record di 120 milioni.
Alla fine del 2023 è di 43,4 milioni il numero complessivo di rifugiati e di altre persone bisognose di protezione internazionale, di cui 31,6 milioni sotto il mandato dell’UNHCR e 6 milioni sotto il mandato dell’UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente).
La maggior parte della popolazione rifugiata (69%) vive nei Paesi limitrofi a quelli di origine e oltre il 75% risiede in Paesi a basso e medio reddito.
Oltre il 73% dei rifugiati proviene da soli cinque Paesi: Siria (6,4 milioni), Afghanistan (6,4 milioni) Venezuela (6,1 milioni), Ucraina (6 milioni) e Sudan (1,5 milioni). La popolazione di rifugiati più numerosa al mondo è quella afghana e risiede principalmente nella Repubblica Islamica dell’Iran (3,8 milioni) e nel Pakistan (2 milioni).
La Repubblica Islamica dell’Iran è il Paese che ospita il maggior numero di persone rifugiate al mondo (3,8 milioni) seguito da Turchia (3,3 milioni), Colombia (2,9 milioni), Germania (2,6 milioni) e Pakistan (2 milioni).
Alla fine del 2023 il numero di persone titolari di protezione internazionale in Italia era di 138.000, 147.000 quello dei richiedenti asilo e oltre 161.000 quello dei cittadini ucraini titolari di protezione temporanea. Circa 3.000 sono le persone apolidi presenti sul territorio italiano.
A livello globale il numero di persone sfollate internamente è aumentato di oltre il 50% in soli 5 anni: 68,3 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare la propria casa. Tra le principali cause di questo notevole incremento del numero di sfollati interni vi è il conflitto in Sudan, esploso nell’aprile del 2023, che ha causato oltre 7,1 milioni di nuovi sfollati all’interno del Paese e 1,9 milioni di rifugiati sudanesi in fuga nei Paesi limitrofi come Ciad (923.300) e Sud Sudan (359.600). Nella Repubblica Democratica del Congo i continui scontri nella provincia del Nord Kivu nel nord-est del Paese hanno causato oltre 2,8 milioni di sfollati interni. In Myanmar la violenza diffusa e la continua violazione dei diritti umani hanno provocato lo sfollamento di 1,3 milioni di persone. Secondo le stime dell’UNRWA, alla fine del 2023 nella Striscia di Gaza la popolazione sfollata ammontava a più di 1,7 milioni di persone (oltre il 75% della popolazione).
Oltre ai conflitti e alla violazione dei diritti umani, tra le grandi cause che costringono alla fuga un numero sempre più alto di persone in fuga vi è la crisi climatica. Sono 7,7 milioni le persone messe in fuga dall’avvento di eventi metereologici estremi sempre più frequenti, dovuti agli effetti devastanti del cambiamento climatico e tre quarti delle 117 milioni di persone costrette alla fuga nel 2023 vivevano in Paesi con un’esposizione elevata ai rischi legati al clima. Basti pensare che nel 2023 le piogge torrenziali in Pakistan e il tifone Noru nelle Filippine hanno causato forti inondazioni e portato alla fuga 32,6 milioni di persone.
La drammaticità che risiede nell’aumento di questi numeri è legata alla mancata risoluzione di crisi globali pregresse, a cui sono andati sommandosi nuovi conflitti nati in uno scenario internazionale che diviene sempre più complesso. “Dietro a questi numeri, in netto aumento, si nascondono innumerevoli tragedie umane. Senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie” ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.