Circa 300 persone sono morte a causa dell’affondamento dei gommoni su cui viaggiavano nel Mediterraneo, tra la Libia e l’isola di Lampedusa. Quest’ultima tragedia è una duplice prova del fallimento della politica europea di controllo delle frontiere. Non solo gli Stati europei non hanno adottato le misure necessarie per salvare vite umane nel Mediterraneo, ma hanno frapposto una serie di ostacoli “legali” che rendono più ardua la fuga di chi cerca di mettersi in salvo dai conflitti che si vanno intensificando in Medio Oriente e in Nord Africa.
Queste morti potevano essere evitate, se l’UE avesse implementato un programma di ricerca e soccorso delle stesse dimensioni e raggio d’azione dell’operazione Mare Nostrum. Quando quest’ultima era attiva, i migranti salvati venivano soccorsi sottocoperta, su imbarcazioni di dimensioni maggiori.
L’operazione Triton dell’UE è decisamente sotto equipaggiata e si concentra quasi esclusivamente sul controllo delle frontiere e sulla sorveglianza delle coste europee.
A commento dell’ultima tragedia, il direttore del JRS Italia, p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ha dichiarato: “Ancora una volta, attoniti davanti all’orrore, ci troviamo a chiedere la creazione immediata di canali umanitari sicuri che evitino a uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni di rischiare la vita affidandosi a trafficanti di essere umani. Lampedusa è prima di tutto terra Europea.
L’Europa non ha risposto al grido di un’umanità umiliata e calpestata da guerre e persecuzioni. Ha lasciato morire più di 300 giovani uomini e donne in cerca di salvezza e protezione. Un peso insopportabile per le nostre coscienze”.
“Dov’è finita la nostra solidarietà?” si chiede il direttore del JRS Europa, p. Jean-Marie Carrière.
“Questi sono i confini dell’Europa e tutti gli Stati membri dovrebbero collaborare nel fronteggiare la crisi umanitaria nel Mediterraneo con tutti i mezzi possibili, L’Italia ha dimostrato che salvare vite umane è possibile. Immaginiamo cosa si potrebbe ottenere se tutti i 28 Stati dell’Unione Europea lavorassero davvero insieme a favore dei rifugiati. Dobbiamo aprire canali d’accesso sicuri e legali per chi chiede protezione internazionale e, allo stesso tempo, ampliare di molto la nostra capacità di ricerca e soccorso in mare.”
Ufficio stampa Centro Astalli:
Donatella Parisi: 06 69925099 – [email protected]