Un anno fa, l’8 luglio 20013, Papa Francesco si recò a Lampedusa nel suo primo viaggio da Pontefice. Andò per pregare per i tanti morti in mare, per i corpi senza nome, per chi giace senza vita nelle acque del Mediterraneo. Forte allora fu il suo monito contro la globalizzazione dell’indifferenza.
In occasione delle celebrazioni del primo anniversario della sua visita a Lampedusa Papa Francesco ritorna idealmente a Lampedusa con un messaggio: “A distanza di un anno il problema dell’immigrazione si sta aggravando e altre tragedie si sono purtroppo susseguite ad un ritmo incalzante. Il nostro cuore fa fatica ad accettare la morte di questi nostri fratelli e sorelle, che affrontano viaggi estenuanti per fuggire da drammi, povertà, guerre, conflitti, spesso legati a politiche internazionali. Mi reco ancora una volta spiritualmente al largo del mare Mediterraneo per piangere con quanti sono nel dolore e per gettare i fiori della preghiera di suffragio per le donne, gli uomini e i bambini che sono vittime di un dramma che sembra senza fine. Esso richiede di essere affrontato non con la logica dell’indifferenza, ma con la logica dell’ospitalità e della condivisione al fine di tutelare e promuovere la dignità e la centralità di ogni essere umano.
Auspico che le Istituzioni competenti, specialmente a livello Europeo, siano più coraggiose e generose nel soccorso ai profughi”.