L’esperienza del Servizio Civile Nazionale presso il Centro Astalli raccontato dai nostri volontari
“Il Servizio Civile Nazionale è un modo di difendere la patria, un’opportunità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e quindi come valore di coesione sociale”. Così viene definito il Servizio Civile dalla legge del 6 marzo 2001 n° 64, che lo ha istituito ma, per me, Davide e Vanessa, ha significato molto di più, l’esaltazione del principio di reciprocità che sta alla base di ogni relazione umana e che si manifesta attraverso l’obbligo del dare – ricevere – ricambiare, qualità intrinseche del dono.
Ebbene, ognuno di noi, durante il suo anno di servizio civile presso il Centro Astalli ha assaporato profondamente il senso del dono su cui si costruiscono i legami umani più profondi. Per dodici mesi ci siamo messi a servizio degli altri, dei rifugiati, eroi di oggi, persone, prima di tutto, in cerca d’aiuto e bisognose d’accoglienza. Abbiamo avuto il privilegio di lavorare con loro e per loro, costruendo rapporti di amicizia, di stima e di affetto reciproco. È stato un anno intenso e ricco di emozioni che ci ha visti impegnati in tutte le attività offerte dal Centro Astalli ai rifugiati e richiedenti asilo. Dai ritmi serrati del lavoro in mensa, all’intenso lavoro nei centri d’accoglienza che ci ha indotti a sviluppare rapidamente capacità d’ascolto, di azione e reazione ad ogni genere di difficoltà ed imprevisto, empatia, senso pratico e la giusta dose di allegria e spensieratezza per regalare un sorriso a chiunque ne avesse bisogno. Dagli eventi di formazione e sensibilizzazione che ci hanno visti coinvolti in più occasioni durante i nostri mesi di servizio, al lavoro nelle scuole medie e superiori, attività questa di formazione e occasione di incontro e scambio tra i giovani italiani ed i rifugiati per imparare ad accogliere l’altro e ad accettarlo, a fare della diversità di ciascuno un punto di forza da valorizzare e non di debolezza da denigrare.
Dodici mesi di lavoro, di impegno, di momenti di sconforto per il timore di non essere all’altezza delle aspettative ma anche dodici mesi di crescita personale e professionale, di risate, di momenti di gioia ed orgoglio per aver imparato ad entrare in relazione con l’altro, abbattendo pregiudizi e imparando il significato delle parole rispetto e dignità che a nessuno, indistintamente e mai, devono essere negati.
Di questo anno di volontariato ognuno di noi porterà con sé soprattutto gli sguardi, i volti, i sorrisi delle persone che ha incontrato, le culture, le tradizioni, le diversità che ha conosciuto ed apprezzato. Il servizio Civile presso il Centro Astalli, permette, ogni giorno, di scoprire qualcosa in più di se stessi, valorizzare le proprie capacità, mettendo a frutto conoscenze e competenze già acquisite ma incrementandole quotidianamente.
Simona Tagliavini
“Ho sempre pensato che aiutare il prossimo fosse un qualcosa che mi è sempre appartenuto e al Centro Astalli ho potuto mettere in pratica questa mia propensione.
All’inizio non è stato semplice. Arrivato al centro d’accoglienza per uomini, San Saba, vedevo la diffidenza negli occhi dei ragazzi e pensavo a quanto avrei dovuto lavorare per scardinare le loro barriere. In realtà ci volle molto meno del previsto, niente tattiche o giochetti psicologici, è bastato essere se stessi e lavorare per far stare bene gli ospiti del centro. Da semplici volti di cui facevo fatica a ricordare i nomi sono diventati storie incredibili, raccontate di loro spontanea volontà, e tutto questo grazie alla quotidianità, alla sincerità e alla spensieratezza; persone che mi hanno dato forse più di quanto io abbia dato loro.”
Davide Saccucci
“Il mio anno di servizio civile è stato la vita del centro d’accoglienza per donne La casa di Giorgia.
All’interno del centro mi sono occupata della preparazione delle colazioni, dei pranzi, delle cene, turni di notte, tutoraggi per l’insegnamento della lingua italiana e per la preparazione di esami per assistenti familiari, accompagnamenti delle utenti nei servizi sanitari e/o per sbrigare pratiche burocratiche.
Ogni mansione svolta all’interno del centro mi ha donato qualcosa, mi ha permesso di entrare in contatto con culture e usanze diverse. La cucina mi ha fatto scoprire nuovi sapori, nuovi odori, nuove essenze, mi ha fatto riscoprire l’importanza del non sprecare il cibo. I tutoraggi mi hanno fatto scoprire nuovi suoni, nuove lingue, mi hanno fatto capire e scoprire la gioia che prova l’insegnante quando un suo alunno impara a leggere le prime sillabe.
Ringrazio ogni donna che ho incontrato nel centro perché ognuna di loro ha scelto di regalarmi qualcosa: “Noi Vanessa, abbiamo attraversato il deserto, pensi possa esistere qualcosa che ci possa spaventare?”
Vanessa Tavernese