È di ieri lo sbarco di 252 migranti quasi tutti provenienti dall’Africa centrale e delle salme di due giovani. Secondo il racconto dei testimoni, uno dei gommoni era salpato dalla Libia con 160 persone a bordo, ma a un certo punto si è squarciato al centro facendo cadere in mare circa 25 persone: due soltanto quelle recuperate ormai morte.
Mentre i governi appaiono sempre più indifferenti alle morti in mare che ormai si registrano quotidianamente e contemplano un numero sempre maggiore di bambini, ci appelliamo alla società civile perché si indigni e chieda ai propri rappresentanti istituzionali di porre fine all’ecatombe.
A pochi giorni dalla conclusione del G7, in cui nulla è stato fatto per migliorare le condizioni di chi scappa da guerre e persecuzioni, il Centro Astalli torna a chiedere all’Unione Europea e ai singoli Stati membri:
– politiche organiche e condivise per l’istituzione di canali umanitari e vie legali d’ingresso
– un piano di accoglienza e integrazione diffusa e proporzionale per ogni Stato membro
– una radicale revisione del Regolamento Dublino che assicuri un’equa condivisione delle responsabilità sull’asilo tra gli Stati membri e iconosca i legami familiari e le possibilità di integrazione come criterio per determinare il Paese competente le esaminare le domande di protezione.