Sospensione operazione Sophia: Inaccettabile che Stati UE collaborino con la Libia sui migranti

La missione Sophia sarà attiva solo per altri sei mesi durante i quali verrà sospeso l’impiego di unità navali. È quanto prevede l’intesa raggiunta dagli ambasciatori dei 28 Stati UE riuniti nel Comitato politico e di sicurezza Ue (cops). La  decisione è dovuta dall’impossibilità di trovare un accordo tra i 28 Paesi sulla gestione condivisa degli arrivi dei migranti. Saranno invece rafforzate le attività di pattugliamento aereo e di supporto alla guardia costiera libica.

La missione Sophia (European Union Naval Force Mediterranean, Eunavfor Med) è un’operazione militare lanciata nel maggio del 2015 dall’Unione europea in conseguenza dei naufragi avvenuti nell’aprile di quell’anno che hanno coinvolto diverse imbarcazioni con a bordo migranti forzati dalla Libia.

Il Centro Astalli esprime allarme perché si sta progressivamente smantellando il sistema di ricerca e soccorso in mare  per chi rischia la vita in mancanza di alternative legali ai trafficanti lungo la rotta del Mediterraneo.

È inaccettabile che l’Europa possa continuare a considerare una possibile soluzione, nell’affrontare la questione migratoria, fare accordi con la Libia.  I governi dell’Unione europea, infatti, continueranno la sorveglianza aerea per allertare la Guardia costiera libica quando individueranno migranti e rifugiati in mare, in modo che vengano riportati indietro, non curanti che lì verranno detenuti arbitrariamente e sottoposti a torture e violenze, come già più volte denunciato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, dichiara: “Siamo esterrefatti di fronte a tali decisioni che dimostrano indifferenza da parte dei governi nazionali che voltandosi dall’altra parte, mentre in mare continuano a morire i migranti, lungi dal fare gli interessi dei propri cittadini, arrecano un vulnus ai diritti umani di tutta la collettività”.

 

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