Soccorsi e Poi

Una pubblicazione del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS Europa e Centro Astalli-JRS Italia) dal titolo “Soccorsi. E poi? Voci di rifugiati arrivati in Sicilia”.

Il documento contiene testimonianze di persone in fuga da guerre e persecuzioni, raccolte a Catania nel mese di giugno 2014. Queste evidenziano le gravi difficoltà che incontrano i rifugiati al loro arrivo in Europa. A fronte di un aumento importante degli arrivi, una gestione emergenziale dell’accoglienza ha fatto registrare molte lacune rispetto agli standard di accoglienza e alla progettualità.

Accogliere non è solo dare un letto per un periodo temporaneo: il bisogno più urgente per i rifugiati, come risulta dalle testimonianze, è essere messi in condizione di trovare un lavoro, che restituisce loro la dignità e la speranza per il futuro per sé e per la propria famiglia. Il JRS raccomanda tra l’altro al governo italiano di abbandonare un approccio all’accoglienza basato su centri di grandi dimensioni come i CARA e puntare piuttosto su un veloce inserimento delle persone in un sistema di accoglienza orientato all’integrazione, organizzato in centri di dimensioni medio-piccole distribuiti su tutto il territorio.

L’arrivo dei rifugiati è chiaramente una questione che dovrebbe riguardare tutta l’Europa, ma non c’è stata alcuna risposta coordinata da parte dell’Unione Europea. I migranti forzati sono considerati solo come un “peso” da sostenere piuttosto che esseri umani in condizioni di bisogno e la responsabilità internazionale di proteggerli è passata in secondo piano.
In realtà, l’Unione Europea continua a dare la priorità alla difesa delle frontiere invece che rafforzare i sistemi di asilo e di accoglienza: dal 2007 al 2013 l’UE ha stanziato circa 700 milioni di euro per il miglioramento delle procedure di asilo, ma quasi 1.820 milioni di euro per il controllo delle frontiere.


Soccorsi e poi

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