“Una brutale tragedia“: così definisce il massacro di Hula il generale Robert Mood capo degli osservatori ONU. Sono 108 i civili uccisi dalle forze fedeli al presidente Bashar al-Assad, almeno 300 i feriti.
Gli osservatori delle Nazioni Unite hanno confermato che l’attacco sia avvenuto ad opera dell’esercito e che tra le vittime ci sarebbero almeno 32 bambini al di sotto dei dieci anni.
La Comunità internazionale ha condannato unanimemente l’attacco e oggi, a Damasco, in segno di lutto, le saracinesche nei mercati sono rimaste abbassate mentre i commercianti hanno proclamato lo sciopero generale.
La riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza ha prodotto una dichiarazione congiunta di condanna del Governo siriano e ha, inoltre, confermato “l’utilizzo di armamenti pesanti”. A tal proposito il documento ribadisce la richiesta di ritiro delle armi pesanti dalle città siriane, come era già stato previsto dal piano di pace proposto da Kofi Annan. Si sottolinea, nondimeno, che i responsabili del massacro “saranno chiamati a risponderne” e che ”l’uso della forza contro la popolazione civile costituisce una violazione della legge internazionale e degli impegni presi dal Governo siriano con la risoluzione delle Nazioni Unite che prevede di porre fine ad ogni forma di violenza”.