Il Centro Astalli ha seguito con preoccupazione da alcuni giorni lo sgombero di centinaia di rifugiati eritrei dal palazzo occupato di via Curtatone, a Roma, tra cui famiglie con bambini, anziani, disabili. L’occupazione di Curtatone è sotto gli occhi di tutti da anni ed è solo uno degli insediamenti informali in cui gruppi numerosi di titolari di protezione internazionale vivono in città, in condizione di grave marginalità sociale e disagio.
“Uno sgombero effettuato in regime di emergenza, senza alcun lavoro sociale previo e senza soluzioni commisurate ai bisogni effettivi delle persone non può essere la risposta a un problema annoso e complesso come la mancata integrazione di tanti rifugiati” commenta p. Camillo Ripamonti presidente Centro Astalli, e aggiunge: “Come era facilmente prevedibile, dopo giorni di tensione la situazione è degenerata e si è arrivati ad usare la forza contro persone inermi ed esasperate. Una sconfitta per tutti.
Affrontare progettualmente il tema dell’integrazione dei rifugiati, specialmente in una stagione in cui il sistema di accoglienza della Capitale è in forte contrazione, è una sfida difficile e onerosa, che non può tuttavia essere elusa con illusorie soluzioni rapide e emergenziali.
Particolarmente infelice, peraltro, la scelta di intervenire proprio all’indomani dell’attentato di Barcellona: alcuni hanno potuto leggerci una correlazione assolutamente impropria tra rifugiati e terrorismo”.
Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e locali di affrontare e prevenire la marginalità sociale con interventi strutturali a lungo termine, che tengano conto della particolare vulnerabilità dei rifugiati e di evitare, in ogni caso, interventi che offendono la dignità delle persone e comportano violazioni dei loro diritti, in particolare quelli dei bambini.
Ufficio stampa Centro Astalli:
06 69925099 – [email protected]
Foto: E. Camilli