Il mio viaggio
Io sono Salman, ho 13 anni e vengo dalla Turchia. Per venire in Italia ho viaggiato prima in autobus fino ad Antalya, dove ho dormito in un pollaio. Poi in un camion fino al mare e poi siamo saliti su una barca che ci ha portato fino alla nave. Sulla nave i turchi hanno fatto a botte con gli iracheni con le assi prese dai bagni. In quel momento ho avuto paura di morire. Poi è sceso il capitano con la pistola e li ha fermati. Quando eravamo vicino all’Italia dal ponte della nave ho visto i delfini che nuotavano accanto alla nave. Quando siamo arrivati vicino a Lecce il capitano ha rotto il motore della nave, è scappato con il gommone e ha chiamato la polizia italiana. Quando siamo scesi tutti battevano le mani e ci buttavano bottiglie d’acqua, ho pensato che ero arrivato in Paradiso. A Lecce non ci hanno dato subito i permessi di soggiorno, ce l’hanno dato solo dopo che abbiamo fatto sciopero della fame. In Turchia ho lasciato la fionda che avevo comprato per portare in Italia. Dalla Turchia ho portato dei soldi in tasca ma li ho dovuti buttare perché qui non si potevano usare.
Mi chiamo Amanuel e ho 10 anni. Sono venuto con due sorelle e un fratello. All’aeroporto ho trovato mio padre. Non lo vedevo da due anni e sono stato molto felice. Ho lasciato in Etiopia la mia bicicletta. Qui ho visto i treni e vorrei fare un viaggio in treno per andare in una chiesa protestante.
Mi chiamo Nika, ho quasi 8 anni, vengo dall’Ucraina. Per venire in Italia io e mia sorella avevamo una coperta in due ed era corta. La notte litigavamo per coprirci. Quando si è aperta la porta ho visto due persone che mangiavano Smarties e parlavano una lingua sconosciuta. Adesso con quella coperta ci dorme mio fratello Leone.
Mi chiamo Sofia, ho 10 anni, e vengo dall’Ucraina. Per venire in Italia sono stata in pullman tre giorni e due notti. Ogni volta ci fermavamo per comprare il cocomero e quando sono arrivata ho assaggiato la nutella italiana ed era la cosa che mi è piaciuta più di tutte (e mi piace ancora). Dopo qualche tempo abbiamo provato a trasferirci in Francia, in Spagna e in Svizzera ma siamo dovuti ritornare in Italia, io non avrei voluto mai partire. Sono stanca di stare qui, in futuro non voglio ricordarmi di esserci stata.
Racconti dei bambini della Casa di Marco