Ha detto

Ero un ragazzo quando ho lasciato Mogadiscio. Sono diventato adulto in viaggio.
Ho attraversato il Mediterraneo su una barca, molti tra quelli che erano con me sono morti in mare. Ora sono libero di vivere la mia vita senza temere di essere torturato o ucciso.

(dal racconto di Osman, rifugiato della Somalia)

Si parla di … rifugiati bambini

Numeri da incubo

Le ragazze e i ragazzi sotto i 18 anni rappresentano il 41% dei rifugiati nel mondo.
Stime dell’UNHCR mostrano che quasi 1 milione di bambini sono nati rifugiati tra
il 2018 e il 2020. Molti di loro potrebbero rimanere rifugiati ancora per molti anni. Un dato che mostra tragicamente quanto grande sia l’impatto che le migrazioni forzate hanno su queste giovani vite. Nel 2022, infatti, sono state 42.230 le domande di asilo presentate in Europa da minori soli, con un aumento di oltre il 50% rispetto al 2021 (quando erano state 26.960). Si tratta principalmente di ragazzini maschi provenienti da Afghanistan (20.000) e Siria (10.000), due Paesi dove da anni si combatte.
Migliaia di ragazzi e ragazze ogni anno nel mondo vengono arruolati con la forza
in milizie ed eserciti regolari. Un fenomeno in crescita che riguarda complessivamente almeno 250mila ragazzi e ragazze. Tra i Paesi in cui è stato documentato il loro impiego, secondo l’Onu, ci sono: Afghanistan, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Iraq, Mali, Nigeria, Sudan, Sudan del Sud, Somalia, Siria, Yemen, Myanmar. Il 40% dei minori arruolati sono bambine, spesso vittime
di violenza di genere.

Nemici da eliminare

Nel contesto di guerre e persecuzioni i più giovani non sono più solo vittime accidentali, ma sempre di più obiettivi specifici da colpire, come parte di una strategia calcolata di eliminazione del “nemico di domani”. Il trasferimento in altre località a causa di un conflitto armato rappresenta una violazione di quasi tutti i diritti dell’infanzia: il diritto alla vita, alla salute, alla sopravvivenza e allo sviluppo, il diritto a crescere in un ambiente familiare ed essere nutrito e protetto, il diritto a un’identità e una nazionalità reale, il diritto all’istruzione e ad avere prospettive per il futuro. Molti dei conflitti in corso durano per l’intero arco dell’infanzia, così che dalla nascita alla vita adulta lo sradicamento e il conflitto armato sono l’unica realtà nota per milioni di bambini e di adolescenti.

Leggi il report di Save the Children – “Stop the war on children”

Sono più vulnerabili

Prima e durante la fuga, bambini e bambine sono le vittime principali di molti pericoli fisici, quali le mine anti-persona, i bombardamenti e i cecchini. Fisicamente sono meno in grado degli adulti di sopravvivere alla malattia, alla malnutrizione e alla privazione dei beni primari, i bambini sono i primi a morire quando le risorse sono scarse. Nel caos del conflitto, della fuga e dello sradicamento, i bambini corrono fortissimi rischi di essere separati dalle loro famiglie: un trauma potenzialmente più devastante dello stesso sradicamento.

Senza genitori

I minori separati (o non accompagnati) sono i più vulnerabili di tutti i giovani rifugiati. Le bambine in particolare sono a rischio di subire violenza sessuale, sfruttamento e abusi, mentre i ragazzi corrono il rischio di reclutamento precoce, in quanto sono più disponibili ed è più facile nei loro confronti usare la costrizione, le intimidazioni o la persuasione  ed unirsi a forze o a gruppi armati. In questo modo essi divengono tanto vittime che autori di violenza, e presentano difficoltà gravi al momento del reinserimento nelle famiglie o nelle comunità.

Diritti negati

In alcuni Paesi ai figli dei rifugiati può essere negata l’iscrizione all’anagrafe e la nazionalità, essi divengono così degli apolidi. I minori possono anche incontrare difficoltà in più nell’ottenere lo status giuridico di rifugiato.

Quale protezione per i bambini rifugiati?

Documento  fondamentale per la tutela dei minori rifugiati è la Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989. La Convenzione vanta il più alto numero di Paesi firmatari tra tutti i trattati in materia di diritti umani, essendo stata ratificata da tutte le nazioni del mondo ad eccezione di Stati Uniti e Somalia.

La Convenzione è particolarmente rilevante per il lavoro dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e affronta temi quali la protezione speciale dei minori separati dalle famiglie, la facilitazione dei ricongiungimenti familiari, la protezione durante i conflitti armati e contro il reclutamento precoce, la proibizione della tortura, i limiti alla privazione della libertà, l’assistenza al reinserimento. Essa contiene inoltre una norma ad hoc sulle esigenze specifiche di protezione dei minori rifugiati.

Parole da leggere, parole da ascoltare

Racconti, video e testimonianze di storie di esilio in cui sono coinvolti bambini, vittime di guerre e persecuzioni.
La lettura, la visione e l’ascolto di questi contenuti vi permetteranno di conoscere meglio la realtà dei bambini rifugiati.

Fratellino
Camminavo solo, in mezzo alla notte. Quando cammini nel deserto, i piedi affondano nella sabbia ed è molto difficile andare avanti. Il corpo prende un altro
peso. Comunque ho continuato a camminare, fino alle quattro del mattino, attraversando un’oscurità molto lunga.
Quando mi sono stancato, mi sono fermato e mi sono guardato attorno. Il buio
iniziava a rompersi. La cosa mi ha spaventato perché io non conoscevo quel posto. Era il deserto, solo il deserto, il territorio dei serpenti. Il posto dove la gente muore.
Ma allora io non lo sapevo. Così mi sono sdraiato e ho dormito. Quando mi sono svegliato ho guardato davanti a me senza sapere dove fosse “avanti”. Ho guardato in tutte le direzioni e non ho visto niente, solo il deserto,
nient’altro. Ho camminato diciannove ore. Montagne di sabbia, valli di sabbia, tutto di sabbia. Lì i tuoi passi scompaiono subito e nessuno può dire “da qui è passato qualcuno”. Ho camminato tutto il giorno a piedi nudi.
Mi sono tolto i pantaloni e li ho arrotolati sulla testa, per proteggermi dal sole,
ma erano troppo pesanti e li ho abbandonati sulla sabbia. E sono andato avanti
così, in mutande e maglietta, a piedi nudi sulla sabbia bollente, a passi sempre più corti. Alle diciannove zero zero sono rimasto senz’acqua e ho calcolato “quest’uomo fra poco morirà”.
Quando dico quest’uomo, quell’uomo sono io. Io e il deserto. E il deserto è senza
fine.

Tratto da Amets Arzallus Antia, Ibrahima Balde,“Fratellino”, Feltrinelli, 2021
“Fratellino” è la storia vera del viaggio di Ibrahima Balde, 13enne guineano alla ricerca del fratello più piccolo Alhassane, partito con l’intenzione di raggiungere l’Europa. Ibrahima lascia il suo Paese, la mamma e le sorelle, un nuovo lavoro come apprendista camionista, per intraprendere un viaggio che lo porterà ad affrontare il deserto, le torture in Libia, i respingimenti e la traversata in mare.
Questo è il libro che papa Francesco ha voluto donare a tutti i vescovi italiani durante l’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana in Vaticano del 22 maggio 2023. Attraverso questo dono il Pontefice ha voluto ribadire la necessità di rinnovare l’impegno della comunità cristiana al fianco dei migranti.
L’idea di regalare proprio questo romanzo ai vescovi italiani per spingerli ad approfondire l’argomento all’insegna di una maggiore empatia e consapevolezza, è nata nel Papa dopo l’incontro in Vaticano con una delegazione di “Mediterranea Saving Humans”, Ong attiva in missioni umanitarie di mare e di terra.

I bambini giocano

I bambini giocano alla guerra.
E’ raro che giochino alla pace
perché gli adulti da sempre
fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E’ la guerra.
C’è un altro gioco da inventare:

far sorridere il mondo,
non farlo piangere.

Pace vuol dire
che non a tutti piace lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;

che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

Bertol Brecht, tratto da “Tutte le Poesie”, Einaudi, 2000

Per saperne di più navigando in rete

In questa sezione trovate l’elenco di alcuni siti web in cui potete reperire informazioni e notizie che vi aiutino ad approfondire la conoscenza della realtà di molti bambini costretti a fuggire dal loro Paese a causa di guerre e persecuzioni.

UNICEF: agenzia ONU che si occupa della tutela dell’infanzia
SAVE THE CHILDREN: sito di un importante movimento internazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini
VOLINT: sito del VIS, Ong che si impegna per la promozione e l’educazione dei minori nei Paesi in via di sviluppo
CHILDREN IN CRISIS: associazione che si batte per la difesa dei diritti dell’infanzia nel mondo
UNHCR: digita “children”
CRIN: rete di informazione sui diritti dei bambini

CHILDRENANDARMEDCONFLICT: sito dell’Office of the Special Representative of the Secretary-General for Children and Armed Conflict, gruppo di lavoro del Consiglio di Sicurezza ONU che si occupa difendere i bambini vittime dei conflitti

Se vuoi approfondire con libri e film

In questa sezione trovate alcuni suggerimenti cinematografici e bibliografici che vi permetteranno di approfondire la realtà dei bambini rifugiati. Insieme alle donne sono tra le categorie più vulnerabili, soprattutto quando sono costretti ad affrontare la delicata esperienza dell’esilio da soli, senza la guida di nessun adulto. 

ROSELLA POSTORINO, MI LIMITAVO AD AMARE TE, FELTRINELLI, 2023

GIULIANA FACCHINI, BORDERS, SINNOS, 2022

RIEKE PATWARDHAN, LA BANDA DELLA ZUPPA DI PISELLI, EMONS, 2022

ALESSANDRO VALENTI, OLTRE IL CONFINE, ITALIA/FRANCIA, 2022

Scarica la scheda 5 del sussidio Nei panni dei rifugiati