È in corso a Roma fino al 28 settembre presso la Pontificia Università Gregoriana, il convegno “Initiatives in refugee and migrant education”.
Si tratta di una tre giorni di incontri organizzati dal Refugee & Migrant Education Networt e dall’Università Gregoriana su come poter migliorare e ampliare le opportunità educative per i rifugiati e gli sfollati. Tra i partecipanti e i relatori ci sono docenti e professionisti dell’istruzione, nonché leader di ONG, agenzie internazionali e organizzazioni tra cui il JRS Internazionale e il Centro Astalli, impegnati nel campo dell’educazione dei migranti forzati.
In occasione dell’apertura dei lavori è intervenuto il cardinale Michael Czerny, SJ, Prefetto del Dicastero della Santa Sede dello Sviluppo umano integrale. Il cardinal Czerny ha ricordato come oggi solo il cinque per cento dei rifugiati abbia accesso all’educazione post-secondaria, opportunità formative ed educative fondamentali per permettere ai rifugiati di ricostruire le loro vite.
Il gap educativo tra rifugiati e comunità che li ospitano può essere grande, ed è da ostacolo per l’integrazione dei bambini nelle comunità locali. “La situazione è particolarmente terribile ai livelli più alti dell’educazione”, ha ricordato il card. Czerny, anche perché “la maggioranza dei rifugiati (76%) trascorre almeno cinque anni consecutivi della propria vita in esilio”. Un “importante contributo sarà il mutuo riconoscimento delle qualifiche accademiche” ha suggerito, come “Le competenze accademiche e professionali di rifugiati e migranti devono essere riconosciute e questo richiede adeguata valutazione e corsi di aggiornamento”.
“Governi, professionisti, comunità, Chiese – ha concluso – hanno responsabilità complementari nel garantire a rifugiati e migranti l’accesso a significative opportunità educative, lavorando mano nella mano con una missione chiara e con generosità di spirito”.