Regolarizzazione: segnale positivo ma urge legge organica sull’immigrazione in Italia.

Per la Campagna Ero straniero, di cui il Centro Astalli è tra i promotori, la misura approvata dal Governo che prevede la possibilità per i cittadini stranieri senza documenti di essere regolarizzati in seguito alla stipula di un contratto di lavoro – anche se solo in alcuni settori – rappresenta un passo positivo, seppur parziale, verso il riconoscimento dei diritti e la tutela della dignità di centinaia di migliaia di persone straniere presenti nel nostro Paese.

Si legge nella nota congiunta: “Vogliamo innanzitutto dare atto ai membri del governo che hanno portato avanti con determinazione il provvedimento. Tuttavia, non possiamo non ribadire che, per una reale efficacia dell’intervento, sarebbe stato necessario un allargamento quanto più possibile della platea dei beneficiari: innanzitutto non limitando l’accesso alla procedura di regolarizzazione prevista al comma 1 ai settori agricolo, di cura e lavoro domestico, ma aprendo anche agli altri comparti.

Troppo restrittivi poi i requisiti richiesti al cittadino straniero per poter chiedere il permesso di soggiorno di 6 mesi per cercare un lavoro, previsto dal comma 2: saranno pochissimi quelli che potranno accedervi. La garanzia di un contratto non è già un elemento sufficiente perché la persona assunta possa vivere dignitosamente e contribuire alla società? Che senso hanno queste limitazioni se l’obiettivo della misura è il contrasto dell’invisibilità, con tutte le gravi conseguenze sul piano economico, sanitario e di sicurezza sociale che tale condizione comporta? Se si vuole realmente essere incisivi su quel terreno e ottenere risultati concreti, nell’interesse del Paese, occorre dare a quante più persone possibili l’opportunità di vedersi riconoscere diritti e tutele e prevenire la creazione di ulteriore irregolarità: per questo continueremo a lavorare affinché si arrivi presto a una riforma complessiva della legislazione attuale in materia di immigrazione con l’approvazione in Parlamento della nostra legge popolare”.

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