“Liberi di scegliere se migrare o restare?” è il titolo della VII edizione del Report 2023 sul diritto di asilo a cura della Fondazione Migrantes. Il rapporto mette in evidenza un drammatico scenario: sono 114 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni, violazione dei diritti umani, crisi sociali e catastrofi naturali, 1 abitante del mondo su 71.
Circa il 70% rimane in Paesi confinanti, e solo una piccola parte inizia il lungo e pericoloso viaggio verso l’Europa.
Nell’ottobre 2023 il numero di rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha raggiunto infatti i 31,4 milioni, con 6,7 milioni di richiedenti asilo. L’inasprimento del conflitto israelo-palestinese ha causato dal 7 ottobre 2023, 1,7 milioni di sfollati nella Striscia di Gaza secondo i dati dell’UNRWA, L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente.
Cresce il flusso di persone verso l’Europa: durante i primi sei mesi del 2023 sono 474mila i richiedenti asilo per la prima volta nel territorio dell’Unione Europea, rispetto ai 366mila dello stesso periodo nel 2022 (+29%). Il primo Paese che registra il più alto numero di richiedenti asilo nell’UE è la Germania (218 mila), seguita da Francia (138 mila), Spagna (116 mila) Austria (110 mila) e Italia (77 mila).
Tra i principali Paesi d’origine delle persone in cerca di protezione c’è la Siria con 133mila richiedenti e l’Afghanistan con 114mila. Nel 2022 l’UE ha garantito la protezione internazionale a 383.500 richiedenti asilo.
Nel continente europeo si continua a registrare un’assoluta carenza di canali di ingresso legali e sicuri. Invece di creare vie di fuga sicure, organizzare una rapida accoglienza e distribuzione di tutti coloro che cercano protezione alle frontiere esterne dell’Unione Europea e sviluppare procedure efficaci per documentare e prevenire le violazioni dei diritti umani ai confini, l’UE e i governi dei suoi Stati membri continuano a perseguire una politica di isolamento, di esclusione oltre che di esternalizzazione delle frontiere
Nel corso del 2023 sono giunti in Italia tramite la rotta del Mediterraneo centrale 144mila persone, il 69% in più rispetto al 2022, provenienti principalmente da Guinea, Costa D’Avorio, Egitto, Tunisia, Bangladesh. È invece drasticamente diminuito il numero persone in fuga dalla guerra in Ucraina: sono 300 i richiedenti asilo ucraini nel 2023, rispetto ai 174mila del 2022.
In Italia al 1° gennaio 2023 erano 350mila i cittadini non comunitari con permesso di soggiorno per motivi di asilo e protezione sussidiaria, circa lo 0,6% di tutta la popolazione. I dati Eurostat dichiarano che nei primi otto mesi del 2023 hanno chiesto protezione nel Paese circa 82.800 persone, rispetto alle 84.300 del 2022. Durante i primi sei mesi del 2023 le Commissioni Territoriali hanno esaminato 29.100 richieste d’asilo, concedendo 2.400 status di rifugiato, 3.100 protezioni sussidiarie e 5.600 protezioni speciali con oltre 18mila dinieghi, pari al 62% di tutte le domande esaminate.
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti in Italia sono 22.599 alla fine di agosto 2023. Si tratta di 19.800 ragazzi e bambini e 2.799 ragazze e bambine, rispetto ai 17.668 minori giunti nel 2022 (+28%). Sono minori provenienti in particolar modo da Egitto, Ucraina, Tunisia, Guinea, Gambia, Costa D’Avorio, Albania, Pakistan, Mali, Eritrea e Afghanistan. La maggior parte, oltre il 70%, hanno 16-17 anni, il 12% 15 anni, il 16% 7-14 anni e il 2% sono under 7 (436 fra bambini e bambine).
Un’interessante sezione del Report è dedicata al punto di vista dei migranti accolti: attraverso
focus group e interviste sono state raggiunte oltre 350 persone in tutte le regioni italiane, grazie anche alla rete
degli enti di tutela della rete Europasilo, che ha permesso di dialogare con diversi gruppi di persone.
Sempre a partire dalla narrrazione delle esperienze delle persone dal rapporto emerge il tema della tratta maschile. I dati raccolti dalle principali organizzazioni internazionali rivelano un significativo aumento, negli ultimi anni, della percentuale di uomini e ragazzi identificati come vittime di tratta, per la maggior parte costretti a sfruttamento lavorativo nei Paesi di destinazione. Ciononostante, l’analisi del fenomeno e la previsione di interventi ad hoc per
la loro tutela incontrano ancora significativi ostacoli.