Il nuovo piano integrazione per i titolari di protezione internazionale “prevede veri e propri percorsi d’inclusione sociale e integrazione di lungo respiro, con l’obiettivo finale di raggiungere l’autonomia personale”.
Presentato al Viminale dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti, fissa obiettivi e progetti per 74.853 beneficiari di protezione internazionale.
Il piano parte dal sistema di accoglienza “primo passo per l’integrazione” elevando il livello dei servizi offerti nel sistema di accoglienza straordinario (CAS), iniziando subito i percorsi d’integrazione attraverso l’insegnamento della lingua e l’orientamento culturale, rafforzando le iniziative esistenti e implementando i servizi volti all’integrazione in tutte le strutture.
Tra le priorità da seguire la promozione e semplificazione di percorsi di accesso alla salute e al servizio sanitario nazionale, con un aumento e una standardizzazione degli interventi in tutte le regioni Italiane, all’alloggio e alla residenza, creando le condizioni per includere i titolari di protezione internazionale nei piani di emergenza abitativa regionali e locali, negli interventi di edilizia popolare e di sostegno alla locazione e nell’avvio di percorsi volti a favorire iniziative di coabitazione.
Particolare attenzione viene data alle donne rifugiate e richiedenti protezione internazionale, spesso vittime di tratta, e alle specifiche vulnerabilità di genere, per cui si prevede la necessità di realizzare e implementare le azioni previste dal Piano Nazionale di Azione contro la tratta e il grave sfruttamento di esseri umani, adottato nel febbraio 2016.
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