Sono oltre 5,3 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia (+3,2% rispetto allo scorso anno) e più di 200.000 quelli che hanno acquisito la cittadinanza lo scorso anno, rappresentando in media il 9% della popolazione italiana residente. Sono questi alcuni dei macro dati che emergono dalla XXXIIIesima edizione del Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes e presentato a Roma il 16 ottobre, che analizza e rielabora i dati disponibili sul fenomeno migratorio.
Tra i vari dati il rapporto evidenzia un aumento del tasso di occupazione dei lavoratori extracomunitari che si è avvicinato maggiormente (60,7%) a quello della totalità dei lavoratori (61,5%). Tuttavia, in generale, le attività che coinvolgono gli stranieri sono svolte come “manodopera non qualificata”. Inoltre, le donne presentano tassi occupazionali inferiori a quello delle italiane e degli stessi lavoratori stranieri e un tasso di disoccupazione più elevato. I tassi di occupazione più elevati si osservano per i giovani non comunitari (42%), seguiti dai cittadini dell’UE (38,6%) e dagli italiani (34%). Tuttavia, si tratta di un dato non sempre incoraggiante, perché in parte legato all’elevato tasso di abbandono scolastico in particolare dopo la scuola secondaria di primo grado (quasi un terzo dei giovani abbandona la scuola prima del tempo, più del triplo rispetto ai giovani italiani).
Per quanto riguarda la salute si evidenzia che il primo vero ostacolo per gli stranieri in Italia, che rende difficile o impossibile l’utilizzo dei servizi in generale e di quelli sanitari nello specifico, è rappresentato proprio dalla normativa vigente in materia, ulteriormente complicata dalle recenti modifiche introdotte all’iscrizione al Servizio sanitario nazionale per gli stranieri extracomunitari.