“Popoli in cammino… senza diritto d’asilo”. Presentato il Report 2024 della Fondazione Migrantes

A metà 2024 sono 122,6 milioni le persone in fuga nel mondo da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani, crisi sociali e catastrofi naturali, 1 abitante del mondo su 67. Oltre il 69% delle persone in fuga si sposta nei Paesi confinanti, mentre 68,3 milioni di persone sono sfollate all’interno del proprio Paese.

È quanto emerge dall’VIII edizione del Report 2024 sul diritto di asilo a cura della Fondazione Migrantes dal titolo Popoli in cammino… senza il diritto d’asilo, presentato a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana. Il rapporto contiene analisi, commenti e approfondimenti statistici sulla dimensione nazionale ed internazionale del diritto di asilo. Di fronte al quadro drammatico delle migrazioni forzate nel mondo, il Report fa proposte in vari ambiti, tra cui quello legale, sociale ed etico, mettendo in evidenza anche storie e testimonianze che raccontano l’indebolimento progressivo del diritto d’asilo all’interno dell’Unione Europea.

Nel settembre 2024 il numero di rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, ha raggiunto i 32 milioni, tre rifugiati su quattro continuano a essere accolti a livello globale in Paesi a basso o medio reddito.

Cresce il flusso di persone verso l’Europa: nel 2023 il numero dei richiedenti per la prima volta nel territorio dell’UE supera il milione, un aumento del 20% rispetto al 2022.  Nei primi sei mesi del 2024 i richiedenti asilo per la prima volta nell’Unione Europea sono stati circa 449 mila, il 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 (475mila nuove richieste di asilo).

Il primo Paese che registra il più alto numero di richiedenti asilo nell’UE è la Germania con 329mila nuove richieste, (rispetto alle 218 mila dell’anno precedente), seguita da Spagna, Francia e Italia. Nel corso del 2023 il numero totale di richiedenti asilo sottoposti alla procedura accelerata nei paesi UE è di circa 92 mila, 47.440 in Francia, 14.630 in Italia, 9.925 in Grecia e 8.195 in Austria.

Tra i principali Paesi d’origine delle persone in cerca di protezione c’è la Siria con 183mila richiedenti nel 2023, l’Afghanistan con 101mila, seguite da Turchia, Venezuela, Colombia, Bangladesh, Pakistan, Marocco, Egitto e Perù.

Nel 2023 l’UE ha garantito protezione internazionale a 409.500 richiedenti asilo, in aumento rispetto al 2022 (383.500mila). Il tasso di riconoscimento in prima istanza è stato del 53% di tutti i richiedenti asilo esaminati, mentre in istanza finale del 27%. Alla fine di giugno 2024 4.461.000 ucraini sono stati accolti all’interno del territorio UE ottenendo la protezione temporanea, prorogata fino al marzo 2026.

In Italia nel 2024 fra gennaio e ottobre sono giunte tramite la rotta del Mediterraneo centrale circa 54mila persone, il 61% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. I principali Paesi di provenienza sono Bangladesh con 10.800 nuovi arrivi, seguito da Siria e Tunisia. Nel 2023 invece i principali Paesi d’origine erano la Guinea, la Tunisia e la Costa D’Avorio.

Nel 2023 la Libia ritorna ad essere il primo Paese di partenza nella rotta del Mediterraneo centrale con 20mila arrivi alla fine di luglio 2024, seguita dalla Tunisia che è tornato ad essere il secondo Paese di partenza con 12mila arrivi, nel 2023 era invece al primo posto.

Il Mediterraneo centrale resta la rotta più letale al mondo: secondo il progetto di monitoraggio “Missing Migrants” dell’OIM le persone migranti morte in mare dal 2014 al settembre 2024 sono state oltre 68mila, oltre 2.500 solo nel 2023. Crescono le intercettazioni dei migranti da parte della Guardia costiera libica: tra gennaio e agosto 2024 sono state fermate in mare oltre 16.220 persone, rispetto alle 17.190 di tutto il 2023. Persone recuperate in mare e deportate all’interno di un sistema carico di degrado, violenza e violazione dei diritti umani.

Al 1 gennaio 2024 in Italia vivono circa 414 mila cittadini non comunitari beneficiari di asilo politico, protezione sussidiaria, permesso per motivi umanitari o di protezione umanitaria e richiedenti asilo, ossia lo 0,7% della popolazione. Nel 2023 i beneficiari dello status di rifugiato, di protezione sussidiaria e temporanea erano 298mila, dato che colloca l’Italia al sesto posto in Europa, preceduta da Germania, Polonia, Francia, Regno Unito e Spagna. Nei primi otto mesi del 2024 hanno chiesto protezione in Italia circa 109mila persone, in diminuzione rispetto alle 136mila richieste del 2023.

Nei primi sei mesi del 2024 sono state esaminate dalle Commissioni territoriali circa 37.400 domande: a 3.000 persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato, a 5.000 la protezione sussidiaria e a 6.000 lo status di protezione complementare (protezione speciale e permessi per cure mediche). 23.400 sono stati i dinieghi, il 62% di tutte le domande esaminate.

A ottobre 2024 sono state inserite all’interno dei circuiti di accoglienza circa 138 mila. Oltre 100mila delle persone accolte, il 73% del totale, sono stati ospitati nei centri di prima accoglienza e nei CAS (Centri di accoglienza straordinaria), mentre solo il 27% è stato accolto all’interno della rete SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione).

Sono 20.039 i minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Italia alla fine di agosto 2024, una leggera diminuzione (11%) rispetto agli oltre 22mila MSNA dell’anno precedente, la maggior parte composta da ragazzi e bambini di sesso maschile (17.608), mentre solo il 12% è costituito da ragazze e bambine (2.431). Tra le principali nazionalità vi è quella tunisina, guineana ed egiziana.

Un resoconto drammatico quello emerso che richiede delle risposte celeri e immediate che tutelino la vita di tutte le persone in fuga che hanno il diritto di chiedere asilo in un Paese sicuro. “Che questo lavoro possa aiutare a rendersi conto di chi sono le persone verso cui si stanno attuando veri crimini di lesa umanità. Sono crimini che non possiamo più solo registrare. E sono persone alle quali abbiamo il dovere di restituire giustizia e umanità”, queste le parole di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, durante il saluto di apertura alla presentazione del Rapporto.

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