Presentata la diciottesima edizione dell’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio curata dal Centro Studi e Ricerche IDOS con il sostegno e la collaborazione dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Il dossier analizza il panorama migratorio della regione sulla base dei dati d’archivio più aggiornati, senza tuttavia trascurare indagini più recenti sugli effetti territoriali osservabili a circa tre anni dalla pandemia e a oltre un anno dalla guerra in Ucraina.
Nonostante in Italia si continui ad alimentare una rappresentazione allarmistica dell’immigrazione, i dati relativi alla Capitale e al Lazio – che del Paese sono una sintesi e che spesso ne anticipano le tendenze – sono sostanzialmente stabili o in lieve riduzione, una sorta di fermo immagine in cui i principali cambiamenti sono prodotti da eventi globali ed esterni quali gli effetti a medio termine della pandemia e la guerra in Ucraina.
Gli indicatori relativi alla presenza dei cittadini stranieri (sul territorio, nel mercato del lavoro, nella scuola), pur in ripresa rispetto alla fase pandemica, restano inferiori ai livelli del 2019. Ciò nonostante, il Lazio e la Città metropolitana di Roma si confermano al secondo posto tra le regioni in Italia e al primo tra le province. Al 1° gennaio 2022 gli stranieri residenti nel Lazio sono 618.142 e incidono sulla popolazione totale più che nella media nazionale (rispettivamente 10,8% e 8,5%)
Crescono i permessi di soggiorno per asilo/motivi umanitari (+103,7% rispetto al 2020 e -5,1% rispetto al 2019), principalmente rilasciati a cittadini provenienti da Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Afghanistan e Colombia.
La guerra in Ucraina ha prodotto un incremento di minori stranieri non accompagnati (MSNA) nel Lazio: 1.087 a fine 2022, più del doppio del 2021. Il loro arrivo ha determinato un abbassamento dell’età media dei MSNA (il 20,3% ha meno di 15 anni a fronte dello 0,3% del 2021) e un incremento della quota femminile (dal 3% del totale del 2021 al 15%). L’Ucraina è diventata il primo Paese d’origine di questi minori (453, 41,7%), seguita da Egitto (31,7%), Tunisia (8,7%), Albania (5,2%) e Turchia (2,7%). In generale, nel Lazio la collettività ucraina, che in regione conta più di 22mila persone (il 9,9% delle presenze in Italia), è stata un essenziale punto di riferimento per i connazionali in fuga dalla guerra.
Il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) del Lazio a fine 2022 conta 44 progetti (5 in più del 2021): 39 per categorie
ordinarie, 3 per minori stranieri non accompagnati (MSNA) e 2 per persone con disabilità fisica e/o disagio mentale. I posti in accoglienza hanno raggiunto la cifra di 3.362 (+570 rispetto al 2021), il 7,5% di quelli nazionali. La grande maggioranza (3.245, 96,5%) è destinata all’accoglienza ordinaria (2.665 nel 2021), 38 posti a persone con disabilità fisica e/o disagio mentale e 79 a MSNA (diminuiti rispetto agli 89 del 2021).
Con 22 progetti, la Città metropolitana di Roma dispone di 2.062 posti (il 61% di quelli regionali e il 4,6% del totale nazionale), cui seguono le province di Frosinone (442 posti, 13,1%), Latina (417, 12,4%), Viterbo (259, 7,7%) e Rieti (182, 5,4%).
Per quanto riguarda i beneficiari accolti, il numero in regione è di 4.559 persone (il 96,4% nei progetti ordinari, il 3% nei progetti per MSNA e lo 0,5% in quelli per disabilità fisica e/o disagio mentale) ed è cresciuto di 1.071 unità in un anno. La Città metropolitana di Roma ha accolto 4.396 beneficiari, seguita dalle province di Frosinone (589), Latina (528), Rieti (294) e Viterbo (268).
A seguito della guerra in Ucraina, tra le persone accolte gli ucraini (che nel 2021 non erano tra le prime 20 nazionalità) nel 2022 sono saliti al secondo posto, dopo i nigeriani, e costituiscono il 9,4% del totale. Pertanto, Nigeria (833), Ucraina (423), Somalia (391), Afghanistan (383) e Pakistan (354) sono i primi Paesi di origine.
I cosiddetti centri governativi (Centri di accoglienza straordinaria – Cas e Centri di prima accoglienza – Cpa), che dovrebbero intervenire solo in casi di emergenza e straordinarietà, continuano ad essere invece prevalenti. In Italia nel 2022 le strutture governative attive erano 5.398 (5.389 Cas e 9 Cpa), con una capacità di circa 74.000 posti (70.558 nei Cas e 3.298 nei Cpa).
Complessivamente erano presenti nel sistema di accoglienza italiano 107.268 migranti: la maggioranza nei Centri di prima accoglienza (3.453) e in quelli straordinari (68.429), per un totale di 71.882 persone; 33.439 nella rete Sai; 1.947 negli hot-spot.
In questo quadro, il Lazio è la quinta regione per numero di Cas (427, +67 rispetto al 2021), ma terza per numero di posti (6.609), e ha accolto complessivamente 6.599 persone (+1.788 rispetto al 2021). La Città metropolitana di Roma conta il più alto numero di presenze (61 centri e 3.479 persone), seguita dalle province di Frosinone (133 e 1.011), Latina (89 e 946), Rieti (126 e 702) e Viterbo (18 e 461). Dal 2021, in tutte le province il numero delle persone accolte nei Cas è cresciuto: Frosinone +75, Latina +88, Viterbo +180, Rieti +174, Roma +1.271.