Presentata la XIX edizione dell’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio curata dal Centro Studi e Ricerche IDOS con il sostegno e la collaborazione dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”: una panoramica del fenomeno migratorio nella Capitale e nella regione a partire da dati statistici integrati da approfondimenti tematici, tra cui uno a cura del Centro Astalli.
Nel 2022, sono 630.000 le persone straniere che vivono nel Lazio (il 12,3% degli stranieri in Italia), la maggior parte risiede nella città di Roma (80,6%), mentre il restante 20% nelle province di Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti. Nella regione sono presenti 189 diverse comunità straniere: tra le più numerose vi è la comunità rumena con 196.583 persone, seguita da quella filippina (42.507), bangladese (42.196), indiana (32.562), ucraina (23.878), albanese (23.450) e cinese (23.428).
Per quanto riguarda la situazione di richiedenti asilo e rifugiati, si registra una crescita relativa ai permessi di soggiorno rilasciati per asilo, richiedenti asilo e motivi umanitari: 17.010 nuovi permessi, un incremento del 618,6% rispetto all’anno precedente, di cui la maggior parte (14.235, l’83,7% dei permessi per protezione) data ai profughi provenienti dall’Ucraina (93,7% tra le donne). I nuovi permessi per protezione rappresentano da soli il 40,7% di tutti i nuovi rilasci e, oltre che agli ucraini, sono stati rilasciati a rifugiati provenienti da Bangladesh (521), Pakistan (322), Nigeria
(263) e Afghanistan (205).
In aumento anche il numero di minori stranieri non accompagnati (MSNA) nel Lazio nel 2023: 1.363 (+25,4% rispetto all’anno precedente). L’Egitto risulta il primo Paese d’origine con 407 minori presenti nella regione, seguito da Ucraina (375), Tunisia (186), Gambia, Guinea (69), Costa d’Avoriao (55) e Albania (39). Nel 2023 il 47% dei MSNA risultava avere 17 anni, il 23% 16 anni, il 9% 15 anni, mentre il 17,5% rientrava nella fascia 7-14 anni.
Rispetto al sistema di accoglienza nel Lazio di richiedenti asilo e rifugiati a fine 2022, si contano 10.141 posti disponibili: 6.779 nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e 3.362 nei centri Sai (Sistema di accoglienza e integrazione). Il sistema prefettizzio dei Cas copre oltre il 66,8% dell’accoglienza regionale, mentre i Sai solo il 33,2%.
A fronte della capienza dichiarata il numero delle persone accolte varia: nei Cas sono state ospitate 6.551 persone, lasciando inutilizzati 228 posti letto. Se il 3,4% dei posti disponibili nei Cas è infatti rimasto inutilizzato, altrettanto accade nel Sai. I posti inutilizzati insistono nelle province di Viterbo (22 posti, il 4,6% del totale), Latina (93, 9,1%) e Frosinone (132, 11,7%), mentre le prefetture di Roma e Rieti registrano un seppur minimo sovraffollamento: rispettivamente, 17 e 2 presenze oltre la capacità. In particolare, nella Città metropolitana di Roma diverse strutture vedono presenze maggiori della capienza: si va da “numeri tollerabili” (da 1 a 9 persone in più) a due Cas – uno ad Anzio e uno a Fiano Romano – con capienza ufficiale di 100 posti ciascuno ma, rispettivamente, con 50 e 53 presenze oltre la capienza nell’ultimo giorno del 2022.
Al sistema di accoglienza ordinario Sai sono stati affidati 36 progetti, per un totale di 1.206 posti ordinari e 24 per disagio mentale. 12 posti sono stati riservati a persone con vulnerabilità sociali e sanitarie, 10 per donne vittime di violenza di genere, tratta e/o grave sfruttamento, 6 per persone appartenenti alla comunità Lgbtqia+, 12 per adulti con grave disagio sanitario e 48 posti riservati per i profughi provenienti dall’Ucraina.
In generale, a livello nazionale è importante ricordare che, secondo dati del Ministero dell’Interno, nel 2023 le persone in accoglienza non hanno mai superato le 141mila (a fine 2022 gli accolti erano lo 0,18% della popolazione residente) e, così come tra il 2021 e il 2022, anche nel 2023 i posti reperiti in più sono stati circa 20-30.000.
Il riconoscimento della protezione temporanea ai profughi ucraini ha mutato le regole dell’accoglienza in Italia, valorizzando quella domestica, come evidenziato dai numeri dei posti previsti: 8.500 in strutture alberghiere, 5.000 nel Sai, 17.000 nell’accoglienza diffusa della Protezione civile (di cui 4.463 in famiglia) e 60.000 in accoglienza domestica (sostenuta dai fondi nazionali per soli tre mesi), che, per forza di cose, ha assunto tratti molto diversi da quella standard.
Mentre cresce la spesa per un’accoglienza sempre in emergenza e per la detenzione amministrativa, scarseggiano le politiche per la promozione sociale dei migranti.
In ambito lavorativo, a fronte dei 2 milioni di rapporti di lavoro attivati nel 2022, solo il 15% ha interessato i cittadini stranieri (253.059 nuovi lavoratori). Roma ha registrato il più alto numero di rapporti di lavoro attivati per persone straniere (184.223), di cui solo il 37,7% è rappresentato da donne. La maggior parte dei lavoratori stranieri risultano occupati principalmente nei servizi alla persona (32,8%) nell’alloggio e ristorazione (13,8%) e nelle costruzioni (12,1%).
In merito al percorso di inclusione linguistica e scolastica nel territorio, lo storico squilibrio tra domanda e offerta di corsi di italiano è attenuato dalla rete Scuolemigranti nel Lazio, di cui fa parte la scuola di italiano del Centro Astalli, che ha assicurato nell’a.s. 2022/2023 la formazione di 14.935 persone migranti adulte. Aumentano gli studenti di origine straniera iscritti alla scuola dell’obbligo (+4,2%) e anche gli stranieri iscritti negli atenei del Lazio, aumentati di circa il 70% tra il 2016 e il 2021 e la cui incidenza sul totale è del 5,3% (7,3% tra gli immatricolati). Numeri questi ultimi che nell’a.a. 2021/2022 portano il Lazio al 2° posto in Italia per universitari stranieri e all’8° per quota di stranieri sul totale degli iscritti.
Sul tema del diritto allo studio si concentra il contributo di P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, su “Le esperienze di cohousing tra studenti rifugiati, cittadini di Paesi terzi e italiani a Roma” (pag. 240-245 del dossier), attivate a partire dal 2020 dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati nella città di Roma: uno spazio di community building tra studenti universitari rifugiati enitaliani fuori sede con l’intento di creare le migliori condizioni affinché i giovani studenti rifugiati possano esercitare il loro diritto di cittadinanza anche attraverso il diritto allo studio.
Leggi la scheda di sintesi dell’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio