Orrore e sgomento per le ultime terribili stragi di migranti a largo della Libia. L’Europa intervenga immediatamente per soccorrere le vite in mare.
Esprimendo ancora una volta il più profondo cordoglio per le centinaia di vittime innocenti nel Mar Mediterraneo, il Centro Astalli chiede alle istituzioni nazionali ed europee misure immediate.
Attivare immediatamente operazioni di soccorso in mare. Salvare vite oltre ad essere una priorità irrinunciabile è prima di tutto un dovere. Pertanto non si può giocare su questo un braccio di ferro tra Stati dell’Unione e altri attori coinvolti. Il salvataggio in mare e lo sbarco in condizioni di sicurezza costituiscono un obbligo previsto dal diritto internazionale e non possono essere subordinati a nessuna altra considerazione politica od organizzativa.
Subito canali umanitari per attivare un’alternativa legale al traffico di esseri umani. Chiusure, respingimenti, muri e campi di detenzione, accordi di rimpatrio sono ricette inefficaci, il cui costo umano ed economico non può essere in alcun modo giustificato. Servono ingressi programmati per chi deve chiedere asilo, misure di reinsediamento accessibili e proporzionate alla necessità. Il fenomeno delle migrazioni forzate va gestito, non ignorato.
Fare in modo che tutti gli Stati membri accolgano in modo proporzionale i migranti forzati. Applicare il prima possibile all’interno dell’UE il mutuo riconoscimento dello status di rifugiato in modo da facilitare i percorsi individuali di integrazione e i ricongiungimenti familiari.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, dichiara alla luce degli ultimi fatti: “Si sta scrivendo una pagina nera della storia dell’Unione Europea e dell’umanità intera.
Si ponga fine immediatamente al massacro. Orrore e sgomento, ma anche rabbia e dolore.
Misure come respingimenti o rimpatri in Libia che fino a poco tempo fa le istituzioni comunitarie consideravano impraticabili perché contrarie al diritto internazionale e ai valori fondanti dell’Europa oggi sembrano essere le uniche misure sui cui gli Stati si trovano concordi.
La Libia continua ad essere paese non sicuro per i migranti. Al Centro Astalli ne abbiamo evidenze quotidiane nei racconti dei rifugiati che riescono ad arrivare: torture, abusi e violenze sono purtroppo pratiche comuni.
Si continuano a mettere in atto misure inadeguate, deleterie e per di più dispendiose, lasciando che innocenti trovino la morte in mare. Una vergogna inaccettabile”.