Anche se sono spesso costretti a fuggire allo stesso modo e per le medesime ragioni dei rifugiati, gli sfollati interni non rientrano nel sistema di protezione internazionale previsto dal diritto internazionale dei rifugiati. A ricordarlo è la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nel volume “Orientamenti pastorali sugli sfollati interni” (Internally Displaced People, Idp), pubblicato oggi.
Gli sfollati interni sono 41,3 milioni in tutto il mondo, Nel documento presentato oggi in una conferenza stampa da S.Em Cardinal Michael Czerny, Padre Fabio Baggio, sottosegretari della Sezione, con Amaya Varcarcel del Jesuit Refugee Service (di cui il Centro Astalli è la sede italiana), si legge che “I campi per gli sfollati interni devono essere considerati sempre come una soluzione temporanea e si esorta la comunità internazionale a cercare “soluzioni durature” e a lungo termine. Compito della Chiesa è “favorire un’integrazione autentica”, dicendo “no” a xenofobia, discriminazioni etniche, abusi di donne e minori, “bambini soldato”.
Il documento si basa sugli insegnamenti del magistero della Chiesa Cattolica circa gli sfollati interni. Fornisce linee guida pratiche per le Chiese locali colpite da sfollamenti forzati e identifica le pratiche pastorali che possono essere attuate e rinnovate.
Per scaricare il documento: https://migrants-refugees.va/it/sfollati-interni/.