Sono più di 5.000 le persone tratte in salvo in mare in diverse operazioni di salvataggio e arrivate nell’ultima settimana sulle coste italiane. Tra loro tante donne e bambini, in particolare minori stranieri non accompagnati.
Il peggioramento delle condizioni economiche, i conflitti e le instabilità, la crisi energetica e i cambiamenti ambientali in corso spingono un numero sempre maggiore di persone a fuggire dalla propria terra di origine. In particolare il blocco del commercio di grano in Ucraina – uno dei maggiori esportatori mondiali – sta causando non pochi problemi all’approvvigionamento di cereali da parte di molti Paesi, soprattutto nel continente africano.
La crescente instabilità politico-economica-sociale di tanti Paesi dell’Africa sembra avere un effetto immediato sugli arrivi dei migranti che si stanno registrando in questi giorni sulle coste italiane. Gli arrivi via mare che si registrano in Italia sono una modesta frazione di un fenomeno più ampio e ordinario, che affonda le radici in situazioni endemiche di crisi, violenza e violazioni dei diritti.
A partire dal 24 luglio – quando sono stati registrati 1.513 arrivi – gli sbarchi si sono intensificati, assestandosi nei giorni a seguire in 600 circa al giorno (dati: Cruscotto statistico giornaliero del Ministero dell’Interno). Diversi gli arrivi autonomi nell’isola di Lampedusa, così come le operazioni di soccorso messe in campo dalle autorità italiane o delle Ong impegnate nel salvataggio in mare. In particolare 387 naufraghi (di cui oltre 100 dovrebbero essere minori non accompagnati) sono state soccorse e portate in salvo nel corso di diverse operazioni dalla nave Ocean Viking a cui è stato assegnato per lo sbarco il porto di Salerno.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno sono 39.285 le persone arrivate sulle coste italiane da inizio anno (dato del 29 luglio 2022). Tra loro 4.345 sono minori stranieri non accompagnati. Tunisia, Egitto, Bangladesh, Afghanistan e Siria, le 5 nazionalità più rappresentate.