Seguiamo con apprensione le notizie dei 100 migranti finiti poche ore fa in mare, a causa del cedimento dell’imbarcazione su cui erano alla deriva da giorni nel tentativo di raggiungere l’Europa e fuggire da una Libia sempre più pericolosa.
I soccorritori aggiornano in tempo reale sulla situazione delle operazioni di salvataggio. Sono 5 i corpi senza vita recuperati ma il bilancio pare purtroppo destinato a salire.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea come: “Questo naufragio avviene letteralmente davanti ai nostri occhi.
Eppure nulla si muove, in questo azzeramento delle distanze sarebbe normale un’immediata reazione da parte dell’Europa e dei governi nazionali per cercare di salvare quante più vite possibile.
Sarebbe ovvio attivare canali umanitari e piani di evacuazione dalle principali aree di crisi come è oggi la Libia. Si tratta tra l’altro di misure già sperimentate che bisognerebbe mettere in atto in maniera strutturale e sistematica.
Ogni naufragio ci mostra il paradosso di questa epoca in cui il fatto che degli esseri umani muoiano in mare non suscita reazioni e non provoca indignazione. Serve un sussulto di umanità, unico vaccino possibile al male dell’indifferenza”.