«Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti».
Così Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale. «Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta – ha sottolineato il Pontefice – la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra; che è Padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici».
Il Centro Astalli, Servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia, fa proprio l’appello di Papa Francesco aderendo alla Giornata di digiuno per la pace in Ucraina del prossimo 2 marzo.
Al Centro Astalli, con tanti volontari e i rifugiati che accogliamo, vogliamo essere protagonisti di un invito concreto alla pace.
Aderire a manifestazioni o appelli come quello di oggi del Pontefice ci aiuta a essere comunità viva e responsabile di ciò che accade nel mondo, a non abbassare lo sguardo o peggio voltarci dall’altra parte, indifferenti.
In questa fase così complessa siamo vicini alla comunità ucraina in Italia. La guerra è un abominio, che va sempre condannato. In una guerra non ci sono mai vincitori e vinti ma solo vittime e dolore da entrambe le parti della Storia.
I governi, le istituzioni nazionali e sovranazionali facciano di tutto per disinnescare la guerra. Le istituzioni europee si assumano la responsabilità di mettere in atto ogni possibile azione senza rinunciare mai a una soluzione diplomatica del conflitto.