A pochi giorni dalla presentazione del patto sulle migrazioni della Commissione europea arriva l’ennesima tragica prova che chiudere l’Europa attraverso accordi con paesi in guerra, respingere i migranti e concentrarsi su come trincerarsi dentro le proprie frontiere acuisce problemi, aggrava crisi umanitarie e alimenta il traffico e la morte di esseri umani.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ricorda che: “Ieri la Chiesa cattolica ha celebrato la Giornata del Migrante e del Rifugiato 2020, Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Siamo chiamati a considerare l’altro un fratello, da accogliere e proteggere. I migranti non sono numeri, sono persone con storie da ascoltare e conoscere. Lasciarli morire in mare senza soccorsi è abominio da fermare subito“.
Per questo il Centro Astalli chiede:
– l’apertura di canali umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e l’attivazione di quote per l’ingresso di migranti lavoratori. Solo queste misure sono un reale deterrente al traffico di esseri umani;
– l’attivazione immediata di operazioni europee di ricerca e soccorso in mare volte al salvataggio di migranti che rischiano di morire;
– l’impegno di governi nazionali e sovranazionali a gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, della dignità e della vita di ogni essere umano che chiede protezione. Le convenzioni internazionali impongono ciò come presupposto della sussistenza stessa dell’Unione europea e della tenuta democratica degli Stati membri.