Naufragio al largo della Libia. UE attivi vie legali per chiedere asilo

Un’altra tragedia si è consumata nel Canale di Sicilia, i morti potrebbero essere tra 20 e 30. È quanto ha ricostruito la polizia di Ragusa che nella notte ha arrestato due scafisti, uno dei quali accusato, oltre che di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di morte come conseguenza di altro delitto: è un cittadino del Mali di 24 anni. 

Secondo le testimonianze di alcuni dei 99 superstiti, un gommone con a bordo circa 125 migranti era partito dalle coste libiche la sera del 28 aprile. Forse per l’eccessivo carico, forse perché fatiscente, l’imbarcazione ha avuto presto un’avaria, uno dei tubolari si è sgonfiato, rendendola ingovernabile e a rischio affondamento.

Il Centro Astalli chiede all’Unione Europea di attivare immediatamente canali umanitari sicuri per chi scappa da guerre e persecuzioni. L’UE continua a non rispondere alla domanda principale: come sia possibile oggi chiedere asilo legalmente senza affidarsi ai trafficanti?

Chiediamo inoltre alla società civile di non restare indifferente davanti alle quotidiane notizie di morte. L’assuefazione all’ecatombe di innocenti che si consuma alle porte dell’Europa rappresenta un pericolo soprattutto per la nostra civiltà.

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