Migranti: vertice europeo fra Italia, Malta, Germania e Francia

Si è tenuto a Helsinki un vertice informale tra i ministri dell’Interno di Italia, Malta, Germania e Francia per parlare di controllo dei confini europei, redistribuzione dei migranti, rimpatri e riforma del sistema di Dublino: ne esce un’Europa sempre più divisa.

Le diverse posizioni erano emerse già nella cena ufficiale svoltasi nei giorni scorsi quando Italia e Malta hanno respinto la proposta di Francia e Germania che prevedeva per i migranti salvati nel Mediterraneo lo sbarco nel porto sicuro più vicino, la redistribuzione nei paesi europei solo di coloro che hanno diritto all’asilo, mentre gli altri rimarrebbero nei centri in attesa di essere rimpatriati.

La controproposta italo-maltese puntava invece su hotspot in tutti i paesi, redistribuzione obbligatoria dei migranti, rimpatri gestiti a livello europeo o ripartiti tra i 28, più espulsioni attraverso la creazione di una lista di paesi sicuri (tra i quali Tunisia o Albania), un’ulteriore stretta sulle Ong.

Il Commissario europeo Ursula von der Leyen, a pochi giorni dalla sua elezione sottolineava al riguardo: “Salvare le persone che stanno annegando in mare è un obbligo umano”, ma “i paesi del confine esterno della UE meritano la nostra solidarietà”, e ancora “Il nostro approccio politico dovrebbe concentrarsi sul prevenire che le persone si mettano in mare su una barca. Abbiamo avuto un discreto successo nella lotta alla criminalità organizzata con la Turchia, il Marocco o l’Algeria. Ma una volta che le persone si avventurano in questi viaggi della morte, abbiamo l’obbligo di aiutarli”, aggiunge. “Salvare vite e’ sempre un obbligo, ma salvare vite umane non risolve nulla del problema principale. E quando i rifugiati sono sulla costa, bisogna essere chiari: chi arriva irregolarmente e non ha il diritto di chiedere asilo, dovrebbe tornare indietro”.

Sul Regolamento di Dublino ”mi chiedo come sia stato possibile firmare un accordo così infruttuoso. Posso capire che i paesi del confine esterno non vogliono essere lasciati soli nella gestione della sfida migratoria. Meritano la nostra solidarietà”.

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