A Sfax, grande centro portuale sulla costa orientale della Tunisia, è in corso una ondata di violenze tra i migranti subsahariani e gli abitanti. Sono stati documentati diversi atti di aggressione da parte dei cittadini tunisini ai danni dei migranti che denunciano anche continui attacchi razzisti, mentre i residenti li accusano di crimini e violenze e chiedono alle autorità di espellere dal Paese i migranti.
La tensione è sfociata in guerriglia, con strade bloccate e sassaiole tra gruppi rivali. La polizia locale è dovuta intervenire più volte per provare a sedare gli scontri, al momento senza successo.
Molti migranti sarebbero stati portati in altre zone del Paese, ma alcune organizzazioni non governative denunciano anche il respingimento in pieno deserto di 120 persone in Libia da parte dei militari di Tunisi, compresi richiedenti asilo, donne incinte e minori. Human Rights Watch parla di 500 migranti susbahariani deportati dalle autorità nella zona militarizzata lungo il confine, riportando testimonianze di torture e stupri.
La Tunisia, considerato paese Terzo sicuro, sta attraversando una profonda crisi finanizaria ed economica. Nel frattempo l’Ue tratta un accordo per fermare le partenze. Sullo sfondo della situazione c’è anche la prospettiva della firma di un memorandum d’intesa tra Bruxelles e Tunisi che prevede stanziamenti per 900 milioni di euro per fermare le partenze.