Nella notte di venerdì 311 persone sono state tratte in salvo nel mar Mediterraneo dalla nave della ong spagnola Open Arms. I migranti si trovavano su tre imbarcazioni diverse alla deriva, soccorse nel giro di 12 ore nello specchio di mare di fronte Al Khoms, ad est di Tripoli.
Tra di loro uomini, donne e minori. E soprattutto Sami, 23 anni, del Bourkina Faso, e il suo piccolo Sam, nato quarantotto ore prima su una spiaggia libica. Per questa mamma e il suo bambino Malta ha autorizzato lo sbarco raccogliendo l’appello della Ong. Per le altre 307 persone un porto sicuro non c’è: Malta e l’Italia hanno negato l’accesso ai loro porti, che rimangono chiusi.
Dopo che le autorità maltesi si sono rifiutate di mandare a bordo acqua e viveri, l’Open Arms e il suo carico di vite umane hanno ricevuto l’autorizzazione da Madrid di sbarcare ad Algeciras. Intanto la Astral, altra nave di Open Arms, sta andando loro incontro per fornire assistenza e viveri durante la traversata verso la Spagna.
Nelle ultime ore anche la Sea Watch 3 ha fatto richiesta di poter sbarcare in un porto sicuro le 33 persone soccorse in mare sempre a poca distanza dalle coste libiche. Anche in questo caso è stata negata la possibilità di attraccare in Italia, mentre le condizioni del mare sono date in peggioramento nelle prossime ore.