Presentato oggi il XVII Rapporto Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio, a cura del Centro Studi e Ricerche Idos e dell’Istituto di Studi Politici S. Pio V.
Sono 635.569 gli stranieri residenti nel Lazio nel 2020, 6.398 persone in più rispetto all’anno precedente, e si concentrano per l’81,2% nella Città metropolitana di Roma. La loro incidenza sulla popolazione totale è maggiore della media nazionale: 11,1% contro 8,7%. I bambini di origine straniera nati durante l’anno ammontano a 5.767, il 15,2% di tutte le nascite.
Presenti sul territorio ma invisibili all’anagrafe, esclusi dalla campagna vaccinale e isolati dalla digitalizzazione dei servizi pubblici, sempre meno occupati e sempre più assenti nelle scuole. Eppure, gli immigrati del Lazio sono il 12,3% di quelli residenti in Italia.
Un nuovo metodo censuario, grazie al confronto con i movimenti amministrativi di altri archivi, ha fatto emergere dall’invisibilità tante persone che, pur stabilmente presenti, non erano state registrate come residenti (spesso in modo illegittimo) o, cosa ancor più grave, erano state cancellate d’ufficio dalle anagrafi. Sono 11.056 a livello regionale, 13.154 nell’area metropolitana di Roma, 16.412 nella Capitale, 587 nella provincia di Latina.
“Eppure, – sottolinea Idos – dopo un recupero anagrafico così importante, che permetterà ad altrettante persone di accedere a servizi e diritti di base prima negati, nel 2020 sono stati nuovamente cancellati d’ufficio dal Lazio più di 22 mila stranieri”.
E inoltre “Le dinamiche escludenti della burocrazia sono aumentate durante l’emergenza Covid, per la riduzione delle attività in presenza di molti uffici pubblici adibiti a servizi essenziali o al rilascio dei documenti necessari, e per le difficoltà di accesso alle procedure online da parte degli immigrati”. Il numero dei nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno è stato, infatti, il più basso dell’ultimo decennio (poco più di 100 mila in Italia e 12.061 nel Lazio, facendo registrare una diminuzione del 39,9% e del 42,4% rispetto al 2019), a causa della riduzione dei flussi migratori durante la pandemia e delle forti restrizioni normative in materia.
Per la prima volta nel Lazio gli alunni stranieri (80.051 nell’anno scolastico 2020/2021, il 10% del totale) sono diminuiti, soprattutto nella scuola dell’infanzia (-7,2% contro una media del -5,8% in questo grado) e in quella primaria (-2,0%), “frutto di un anno pandemico che ha visto ricorrenti chiusure e quarantene nelle scuole, e bambini più piccoli tenuti a casa da molte famiglie immigrate, per ragioni economiche, di tutela sanitaria, ma anche per difficoltà di accesso alle procedure on line”.
Molti stranieri sono stati a lungo esclusi dalla campagna vaccinale. Pur essendo regolari sul territorio, non avevano il codice fiscale, ovvero la tessera sanitaria. A tale carenza si è in parte supplito grazie ai codici Stp/Eni (per stranieri temporaneamente presenti ed europei non iscritti) rilasciati per vaccinare tanti stranieri regolari ma esclusi dalla piattaforma per le prenotazioni. A fine 2021, i titolari di Stp/Eni nel Lazio sono 34.970, appartenenti a 156 nazionalità diverse (133 non Ue e 23 Ue), il 5,6% dei residenti stranieri della regione.
La crisi del mercato del lavoro ha avuto ovviamente ripercussioni negative anche sull’occupazione degli immigrati. A Roma, tra il 2019 e il 2020, la diminuzione degli occupati stranieri ha superato largamente quella degli italiani (-8,5% contro -1,7%) e il tasso di occupazione dei primi è sceso di 3,3 punti percentuali a fronte di 1 punto in meno per i secondi. Le donne continuano a lavorare quasi esclusivamente nei servizi, dove sono il 62,2% della forza lavoro straniera, in particolare nei servizi di assistenza e alle imprese, tra i più colpiti dalla crisi pandemica. Alla riduzione di occupazione ha corrisposto un notevole aumento del tasso di inattività (+5,5 punti percentuali rispetto a +1,1 tra gli italiani).
Il Rapporto evidenzia come, che l’onda lunga del Covid si stia ripercuotendo più fortemente sulla vita dei cittadini più fragili, in particolare su quelli di origine immigrata, già soggetti a una macchina amministrativa respingente che li esclude da molti diritti.
Per quanto riguarda i rifugiati e i richiedenti asilo le istanze di protezione internazionale presentate sono state 56.000 nel 2021 (+ 101% rispetto allanno precedente), un dato in linea con il numero degli arrivi via mare (raddoppiati rispetto all’anno precedente) così come dei flussi di mi giunti in Italia attraverso le frontiere terrestri.
Le richieste di protezione internazionale sono state presentate principalmente da persone provenienti da Pakistan (7.513, il 13% del totale), Bangladesh (7.134, il 13%), Tunisia (7.102, 13%, Afghanistan (6.445, 11%) e Nigeria (5.789, 10%). Da questi cinque Paesi giunge il 60% di color che hanno presentato una domanda di protezione internazionale nel 2021. Sono stati 3.488 i beneficiari accolti nella rete del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) del Lazio nel corso del 2021, 4,811 le persone presenti nei Centri di accoglienza straordinario (Cas) del Lazio, 404 i minori stranieri non accompagnati accolti nelle strutture del Lazio, il 95,3% è di genere maschile, il 67,8% ha 17 anni e il 60% proviene da Egitto, Bangladesh e Tunisia.