Il rifiuto del meccanismo dei ricollocamenti va contro il diritto dell’Unione europea: è quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea, che ha accolto i ricorsi per inadempimento presentati dalla Commissione europea contro Polonia, Ungheria e Repubblica ceca.
Nel dicembre del 2017, la Commissione aveva avviato un procedimento di infrazione per violazione delle disposizioni prese dall’UE per far fronte alla crisi migratoria dell’estate 2015. L’Unione aveva infatti disposto il trasferimento di 160mila richiedenti asilo, nei Paesi europei per aiutare Italia e Grecia ad affrontare l’emergenza immigrazione.
La Polonia aveva dato disponibilità ad accogliere 100 persone, senza mai mantenere la promessa. La Repubblica ceca aveva di fatto accolto solo 12 richiedenti asilo nonostante avesse preso l’impegno di ricollocarne sul suo territorio almeno 50. Mentre l’Ungheria non aveva indicato alcuna disponibilità di accoglienza.
lla fine solamente 40mila migranti sono stati ricollocati. I tre Stati sono ora tenuti a conformarsi alla sentenza, per evitare un nuovo ricorso ed eventuali sanzioni pecuniarie.