Una sentenza del tribunale civile di Roma ha stabilito che i respingimenti dei migranti sono illegali e che inoltre coloro che hanno subito un respingimento hanno diritto a vedersi risarcire il danno, ma soprattutto a presentare domanda di protezione internazionale nel paese.
I giudici hanno accolto un ricorso presentato da Asgi e Amnesty international nel 2016, che riguardava una vicenda del 2009, riconoscendo a 14 eritrei respinti in Libia il diritto ad entrare in Italia e a chiedere protezione internazionale.
I fatti risalgono al 27 giugno 2009 quando un gommone con 89 persone a bordo, perlopiù originari dell’Eritrea, dopo essere partito dalla Libia, fu intercettato da una nave militare italiana con il motore in avaria e i migranti vennero collettivamente respinti e riportati in Libia.
Una prassi, quella dei respingimenti avvenuti tra il 2009 e il 2010, a seguito della conclusione dell’Accordo con la Libia, ritenuta illegittima già dalla Corte europea per i diritti umani.
La sentenza – sottolineano Amnesty International e Asgi – «è estremamente rilevante e innovativa laddove riconosce la necessità di espandere il campo di applicazione della protezione internazionale volta a tutelare la posizione di chi, in conseguenza di un fatto illecito commesso dall’autorità italiana, si trovi nell’impossibilità di presentare la domanda di protezione internazionale in quanto non presente nel territorio dello Stato, avendo le autorità dello stesso Stato inibito l’ingresso, all’esito di un respingimento collettivo, in violazione dei principi costituzionali e della Carta dei diritti dell’Unione europea».