Sono 2.571 in totale i migranti morti nel Mediterraneo nel 2023 (quasi 1.000 in più del 2022), la stragrande maggioranza (2.271) vittime di incidenti e naufraghi che si sono verificati nel Canale di Sicilia (dati OIM), a dimostrazione del fatto che il tratto di mare del Mediterraneo Centrale, di fronte alle nostre coste, è la rotta più pericolosa e mortale. Senza contare anche i cosiddetti naufragi fantasma, morti invisibili di cui non si ha notizia.
Nel 2023 i migranti arrivati in Italia via mare sono aumentati sono stati 155.754 (tra cui 17.283 i minori stranieri non accompagnati); il 50% in più rispetto al 2022. È quanto emerge dal “cruscotto” statistico del Viminale, secondo le cifre riferite fino al 29 dicembre 2023. Erano stati 103.846 nello stesso periodo di riferimento nel 2022. Un trend in aumento nell’ultimo triennio, se si considera che nel 2021 sulle nostre coste erano arrivate 67.040 persone, e viste soprattutto le numerose situazioni di conflitto e instabilità che caratterizzano molti Stati.
Quanto alle nazionalità, la maggior parte dei migranti arriva dalla Guinea (18.204), seguita da Tunisia (17.304), Costa d’Avorio (16.004), Bangladesh (12.169), Egitto (11.071) e Siria (9.516).
Particolare preoccupazione desta il capitolo dei minori non accompagnati: sono sempre più numerosi i giovani che affrontano il viaggio in mare. Nel 2021 se ne erano contati 10.053, 14.044 nel 2022.
Il 2023 si è aperto con una terribile strage del mare: il naufragio di Cutro, costato la vita a 94 persone, che porta anche il nome del contestato decreto legge emanato per rivedere le norme sulla gestione della migrazione e dell’asilo. L’anno si è chiuso, invece, con lo stop dell’accordo tra Italia e Albania per esternalizzare le richieste d’asilo, da parte della corte suprema albanese, che dovrà decidere sulla costituzionalità del patto.