Dopo due giorni alla deriva, in mare aperto, 62 persone sono state portate finalmente in salvo dal rimorchiatore italiano Asso 25.
La nave commerciale di appoggio alle piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, aveva soccorso i migranti, quasi tutti originari dell’Africa sub sahariana, che viaggiavano su un gommone in difficoltà. Dall’imbarcazione, avvistata nella giornata di mercoledì dall’aereo di Pilotes Volontaires e da altri veicoli europei, era partito un sos, ma nessuno era intervenuto in loro soccorso, costringendo i naufraghi a passare due notti in mare.
I migranti sono stati fatti sbarcare a Pozzallo e saranno accolti in strutture della Caritas Italiana.
Per queste persone già provate dai viaggi in mano ai trafficanti e dalle violenze perpetrate nei loro confronti nei centri di detenzione in Libia è stato trovato un porto sicuro.
Il salvataggio in mare è atto dovuto secondo la legge del mare ma soprattutto è atto di umanità.
Canali umanitari, programmi di reinsediamento, quote e visto di ingresso in Europa strutturali e a lungo termine sono unica via per garantire rispetto, sicurezza e dignità alle persone.