114 persone sono state tratte in salvo in queste ore da Malta e Turchia mentre si trovavano alla deriva nel mar Mediterraneo su due differenti barconi.
La marina militare maltese ha soccorso 69 migranti su un barcone di legno in difficoltà a 117 miglia dalle coste dell’arcipelago, e li ha portati a La Valletta, mentre la Guardia costiera tunisina ha tratto in salvo 45 migranti a bordo di un barcone partito dalla Libia al largo delle isole Kerkennah.
Numerosi anche i salvataggi effettuati nel Canale della Manica, dove, in questi giorni, decine di migranti stanno provando ad attraversare con imbarcazioni di fortuna il tratto di mare che divide la Francia dal Regno Unito.
Rimane invece ancora inascoltato l’appello della Sea Watch 3 con a bordo 32 migranti, tra cui donne e bambini salvati dalla ong tedesca prima di Natale, che ormai da giorni chiede un porto sicuro, mentre la situazione sanitaria e umanitaria a bordo va via via deteriorandosi. Anche la Sea Eye che il 29 dicembre scorso ha tratto in salvo 17 persone che stavano per annegare a nord delle coste libiche non ha ricevuto risposta alla sua richiesta di approdo.
“Si chiude l’anno 2018 durante il quale i salvataggi in mare e la ricerca di porti sicuri sono stati oggetto di un continuo braccio di ferro sulla vita dei migranti, lo dimostra ancora una volta quanto sta accadendo in questi ultimi giorni”, commenta P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, che continua: “Privare i poveri della speranza, come scrive Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2019, non è la via per una buona politica al servizio della pace.
Auspichiamo che il 2019 si apra con un cambio di prospettiva solidale e fraterna”.