Ancora un naufragio di migranti, l’ennesimo di quest’estate tragica. È successo domenica 30 agosto: i cadaveri sono arrivati trasportati dalle onde sulle coste di Khoms, a est di Tripoli, ma sono stati individuati altri 30 corpi, ancora in balia del mare. Non è chiaro quanti fossero a bordo del barcone affondato.
“Ricorderemo l’estate 2015 per il numero incalcolabile di vite spezzate nei viaggi organizzati dai trafficanti che hanno come destinazione l’Europa”.
Così P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, commenta la catena interminabile di migranti morti.
“Fino a quando i governi si ostineranno a concentrarsi su accordi e politiche volti ad impedire gli arrivi, ci pare ampiamente dimostrato che l’unico risultato che si ottiene è un’incalcolabile strage di innocenti.
Abbiamo l’obbligo di attuare misure immediate che garantiscano la possibilità di chiedere asilo in sicurezza.
Il Centro Astalli torna ancora una volta a chiedere misure urgenti e straordinarie che pongano fine al massacro. Sia i singoli Stati che l’unione Europea hanno il dovere di fare un sforzo per interrompere il traffico di esseri umani che si svolge quotidianamente sotto gli occhi di tutti.
“La positiva decisione del governo tedesco di accogliere i siriani in fuga dalla guerra ci pare l’ulteriore dimostrazione che l’Agenda Europea sull’immigrazione e le relative decisioni prese risultino gravemente insufficienti sia per tempistica che per numeri.
È necessario che l’UE sia motore propulsivo di politiche di accoglienza e protezione per quanti sono costretti alla fuga da guerre e persecuzioni. La posta in gioco è molto alta: si tratta di evitare la morte di altri innocenti”.
Conclude Ripamonti: “Corriamo il rischio di abituarci alla morte. Anche il racconto dei media pare esser sempre più veloce e meno articolato ad ogni nuova notizia di migranti morti. Invece mai come in questo momento è importante convogliare gli sforzi per ottenere il cambiamento: politiche migratorie europee che pongano fine a un vero e proprio genocidio”.