“Liberi di scegliere se migrare o restare” è il titolo del XXXII Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, presentato questa mattina a Roma alla presenza di S. E. Mons Carlo R. M. Redaelli, Presidente di Caritas Italiana, S. E. Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI e S. E. Mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes. Secondo i dati forniti nel Rapporto in base alle stime Istat, fino al 1 gennaio 2023 sono 5.050.257 i cittadini stranieri residenti in Italia, di cui 1 milione e 600mila vivono in povertà assoluta. Si registra un lieve aumento rispetto ai dati dello scorso anno (5.030.716). Tra le principali nazionalità presenti sul territorio emergono quella rumena, marocchina e albanese, seguite da un incremento della presenza di cittadini provenienti dal Bangladesh e dal Pakistan.
I dati sui nuovi nati stranieri registrano un evidente calo del 28,7% dal 2012 al 2021, passando da quasi 80 mila a meno di 57 mila, solo negli ultimi due anni si è registrato un abbassamento del 5%.
Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, il tasso di occupazione si aggira intorno al 59,2% di cui l’87% degli occupati stranieri è un lavoratore dipendente e il restante 12,9% lavora in autonomia. Circa il 75,2% degli occupati svolge la professione di operaio, mentre solo 1 su 10 è un impiegato e appena lo 0,1% è dirigente.
872.360 è il numero di studenti con cittadinanza non italiana iscritti all’anno scolastico 2021/2022, tra questi la percentuale dei nati in Italia aumenta sempre di più fino ad arrivare al 65,6%, una realtà di bambine e bambini, ragazze e ragazzi ai quali la Legislatura Italiana ancora non riconosce il diritto di acquisire la cittadinanza italiana.
Da uno sguardo sul contesto internazionale emerge che i flussi migratori si complicano, anche in seguito al ritorno della guerra in Europa. Sono stimati in 281 milioni i migranti internazionali nel 2021, vale a dire il 3,6% della popolazione mondiale (a fronte di 272 milioni nel 2019). Quasi due terzi si sono spostati per ragioni di lavoro. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha aperto anche in Europa un nuovo fronte di migrazioni forzate, facendo salire a 108,4 milioni il numero complessivo di profughi e sfollati (di cui il 40% minori). A fine maggio 2023 erano 8,3 milioni gli ucraini fuggiti in Europa: di questi, poco più di 5 milioni hanno ricevuto la protezione temporanea. Quasi un terzo ha ottenuto questa protezione in Polonia (1,6 milioni, pari al 31% del totale).
In Italia, i profughi ucraini sono 175mila e molti hanno trovato ospitalità attraverso il sistema di accoglienza diffusa e grazie alla rete di connazionali già presenti nel Paese. La guerra in Ucraina ha inciso anche sul numero complessivo di sfollati interni provocati dai conflitti: 28,3 milioni, la cifra più alta degli ultimi dieci anni, con gli ucraini che rappresentano il 60%.