Con una lettera di undici pagine, l’ONU dichiara che “Ci sono fondate ragioni per ritenere che le direttive del governo italiano” su migranti e ong costituiscano una grave violazione “delle convenzioni internazionali” sui Diritti dell’uomo e la protezione dei migranti e rifugiati.
Nella lettera firmata da Beatriz Balbin, capo delle procedure speciali dell’Alto Commissariato per i Diritti umani, oltre a richiamare il governo italiano al dovere della tutela delle vite umane in mare, si osserva come le direttive Salvini e il trasferimento alla guardia costiera libica delle responsabilità del salvataggio, in realtà possano provocare la violazione del principio di non-refoulement, stabilito dalla Convenzione di Ginevra, secondo cui a un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può esso essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate. “È stato ampiamente documentato in diversi report dell’Onu che i migranti in Libia sono soggetti ad abusi, torture, omicidi e stupri – scrive l’Alto Commissariato – quindi la Libia non può essere considerata un ‘place of safety’ (porto sicuro) per lo sbarco”.
Non manca inoltre anche profonda preoccupazione per il decreto sicurezza bis “potenzialmente in grado di compromettere i diritti umani dei migranti, inclusi richiedenti asilo e le vittime o potenziali vittime di detenzione arbitraria, tortura, traffico di esseri umani ed altre gravi violazioni dei diritti umani”.
Il testo integrale del documento inviato all’Italia dall’Onu