Il 17 e il 18 ottobre è in programma a Bruxelle una riunione del Consiglio europeo; sul tavolo ancora una volta il tema dei migranti e in particolare l’idea di esternalizzare i confini dell’UE e di attivare “hub di rimpatrio”. Il JRS Europa lancia un appello in concomitanza con l’apertura dei lavori: i valori fondanti dell’Unione tornino ad essere bussola dell’agire comune, si scelga di rendere l’Europa di nuovo umana.
Di seguito la traduzione in italiano della lettera disponibile in lingua originale (inglese) sul sito del JRS Europa
Cari capi di Stato e di governo dell’UE,
25 anni fa, nelle conclusioni del Consiglio di Tampere, i vostri predecessori decisero di lavorare insieme “verso un’unione di Libertà, Sicurezza e Giustizia”. Si impegnarono a farlo attraverso politiche comuni che sostenessero i nostri valori condivisi di dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e diritti umani. Essi, e i loro successori, hanno lavorato congiuntamente per armonizzare il modo in cui estendiamo la protezione e il godimento dei diritti umani a coloro che sono costretti a fuggire da violenze e persecuzioni.
Mantenere standard così elevati non è facile. Ci vogliono coraggio e forza per impegnarsi, anche quando la situazione intorno a noi sembra diventare più difficile.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito all’indebolimento di questo impegno. E nelle ultime settimane ancora di più. Il JRS ha espresso la propria opposizione al Patto sulla migrazione e l’asilo recentemente adottato. Un patto che sceglie la detenzione e la segregazione delle persone in cerca di protezione alle frontiere esterne dell’UE. Un patto che consente numerose deroghe nazionali alle politiche comuni in tempi di cosiddetta crisi. Un patto che promuove l’esternalizzazione della responsabilità di proteggere le persone a Paesi esterni all’UE.
Purtroppo, queste scelte stanno già dando frutti marci. Sempre più spesso gli Stati membri annunciano modifiche alla legislazione e alle politiche nazionali che si discostano dalla legislazione comune dell’UE.
I Paesi Bassi vogliono uscire dal Sistema europeo comune di asilo, la Germania introduce controlli alle frontiere interne, la Polonia vuole sospendere il diritto di chiedere asilo alle frontiere della Bielorussia, l’Italia ha iniziato a portare le persone salvate in mare in un centro di detenzione al di fuori dell’UE, in Albania.
Vediamo anche come i fondi europei mal investiti nei Paesi terzi portino a gravi violazioni dei diritti umani, come nel caso dei centri di espulsione in Turchia.
Inoltre, i governi continuano a cercare modi per tenere lontani i migranti, o per rimpatriarli ancor prima che mettano piede in Europa, concependo “return hubs” (hub di rimpatrio) in Paesi terzi che sono discutibili da un punto di vista etico e di fattibilità.
Quando l’impegno preso nei confronti dei nostri valori condivisi si sgretola, l’ingiustizia e la sofferenza aumentano. Al JRS lo vediamo ogni giorno, ascoltando le persone in detenzione, sostenendo chi si trova nell’indigenza in mancanza di un’accoglienza, accompagnando coloro la cui richiesta di asilo è stata ingiustamente respinta. Tutto questo, mentre nessuna delle iniziative sopra menzionate ha come effetto quello di impedire alle persone di migrare.
La risposta generosa e unanime dell’UE alla crisi degli sfollati ucraini ha dimostrato che possiamo ottenere risultati quando agiamo insieme e secondo i nostri valori. L‘Unione europea può ancora cambiare rotta e scegliere di agire secondo i suoi valori fondanti.
Scelga di agire insieme per progettare modi innovativi per garantire percorsi sicuri e legali per le persone che fuggono da violenze e persecuzioni.
Scelga di attivare mezzi e strumenti per la ricerca e il soccorso in mare delle persone in mare e di lavorare insieme per portarle al porto sicuro più vicino in Europa.
Scelga in modo inequivocabile di rispettare il diritto alla libertà di tutte le persone e rifiutare l’uso della detenzione amministrativa come male necessario.
Scelga l’ospitalità e l’accompagnamento fin dal primo momento dell’arrivo delle persone progettando insieme modelli di accoglienza dignitosi che consentano l’incontro con la comunità locale.
Scelga di costruire partenariati significativi con i Paesi terzi che mirino a rafforzare realmente i loro sistemi di protezione e sostenere i loro sviluppi, non per renderli esecutori satellitari delle politiche disumane dell’UE.
In vista di questo Consiglio europeo, vi chiediamo di continuare a credere nei nostri valori e di scegliere di rendere l’Europa di nuovo umana.