La risposta del JRS alla crisi in Libano

Decine di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case in Libano a causa dell’escalation delle ostilità tra Hezbollah e Israele. Centinaia le vittime.

In risposta all’urgente situazione umanitaria che si sta verificando nel Paese, la Chiesa dei gesuiti Saint Joseph a Beirut ha aperto le sue porte a circa 70 sudanesi sfollati a causa dei combattimenti. Queste famiglie, alcune delle quali hanno cercato rifugio in strutture di accoglienza, sono state rifiutate in altri luoghi perché migranti.

L’iniziativa, guidata dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) e dal Centro Migranti Arrupe, cerca di fornire un aiuto immediato e un rifugio temporaneo ai migranti, riadattando il primo piano della chiesa per ospitarli, mentre cercano un rifugio più stabile.

Il Jesuit Refugee Service, presente nel Paese dal 2013, offre ai rifugiati accompagnamento, istruzione e supporto psicologico. A causa della rapida escalation e dell’imprevedibilità del conflitto, queste attività sono state sospese e gli sforzi sono diretti al sostegno di emergenza, con la distribuzione di generi di prima necessità e materassi nei rifugi. Molti collaboratori del JRS sono stati colpiti e costretti a lasciare le loro case a causa delle bombe.

Il Jesuit Refugee Service come parte del Forum umanitario libanese delle ONG, chiediamo un cessate il fuoco immediato. Il tributo di vite civili è immenso e senza una rapida azione di pace pace, aumenta il rischio di un’escalation regionale più ampia.

Nonostante il futuro incerto, cotinua l’impegno del JRS nell’accompagnare chi è nel bisogno.

La risposta all’emergenza richiede un sostegno: donazioni di cibo, materassi, kit per l’igiene, vestiti, e volontari che aiutino con le attività per i bambini, molti dei quali hanno già vissuto situazioni di profonda angoscia e hanno urgente bisogno di un sostegno psicologico.

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