Di fronte alle nuove tragedie del mare, da ultimo quella al largo del Peloponneso in cui sono morti circa 600 migranti, il Parlamento Europeo in una risoluzione non legislativa chiede una missione UE di ricerca e salvataggio. Nel testo approvato si legge che il Parlamento «chiede l’istituzione di una missione globale Sar (ricerca e salvataggio) dell’UE la cui attuazione sia affidata alle autorità competenti degli Stati membri e a Frontex», l’agenzia delle frontiere esterne UE. Complessivamente, il Parlamento invita «gli Stati membri e Frontex a rafforzare le operazioni Sar fornendo navi e attrezzature sufficienti specificamente dedicate» e «a sfruttare appieno tutte le navi in grado di assistere nelle operazioni Sar, comprese le navi gestite da Ong».
Inoltre «invita gli Stati membri a mantenere i loro porti sicuri più vicini aperti alle navi delle Ong e a non criminalizzare coloro che forniscono assistenza ai migranti in difficoltà», ed esorta «la Commissione a valutare se le azioni adottate da alcuni Stati membri conformemente al loro diritto nazionale per impedire alle imbarcazioni di soccorso di entrare nelle loro acque territoriali senza un’autorizzazione preventiva siano in linea con il diritto internazionale e dell’Ue».
Una richiesta in sintonia con un reclamo avanzato dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), EMERGENCY, Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam Italia e SOS Humanity alla Commissione europea su un esame di compatibilità della nuova legge italiana in materia di gestione dei flussi migratori (15/2023). Le ONG hanno evidenziato come la nuova normativa sollevi gravi preoccupazioni riguardo la sua compatibilità con il diritto dell’Unione Europea e gli obblighi degli Stati membri ai sensi del diritto internazionale in materia di attività di ricerca e salvataggio in mare.