Noi, cristiani in Italia

L’Italia è un paese di lunga e prevalente tradizione cristiana; il 75% della popolazione, (pari a circa 45 milioni di persone) è di fede cattolica. Storicamente il termine Chiesa cattolica viene usato per indicare la Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità al vescovo di Roma e si è abituati a pensarla come un insieme di fedeli uniforme che celebra la propria fede allo stesso modo. In realtà all’interno della Chiesa cattolica esistono diversi riti.

Sono tuttavia significative e antiche le presenze di alcune chiese protestanti, i cui fedeli in Italia sono, nel complesso, all’incirca 750mila. Il nome trae origine dalla Riforma avviata nel XVI secolo da Martin Lutero che nel 1517 affisse 95 tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg denunciando la pratica delle indulgenze e la “teologia” delle opere. Nei secoli, con le migrazioni, il movimento si diffonde anche negli Stati Uniti. In Italia ha un rilievo particolare la Chiesa Valdese, attiva nel nostro paese fin dal 1200, ma ci sono anche diverse altre chiese protestanti, come quelle Pentecostali.

Leggi questo approfondimento sui vari riti della Chiesa Cattolica.
Scarica la nostra scheda di approfondimento sulle diverse chiese protestanti presenti in Italia!
Breve storia dei valdesi

Guarda il video realizzato alla Chiesa Valdese di Piazza Cavour nell’ambito di "Luoghi in dialogo-Percorsi interreligiosi a Roma"

Con l’immigrazione il panorama del cristianesimo italiano si è arricchito e diversificato. Oltre alle migrazioni di fedeli cattolici e delle varie chiese protestanti, è cresciuta la presenza degli ortodossi1,7 milioni,  soprattutto greci, russi, egiziani, etiopi, eritrei e rumeni. Il termine ortodossia, di origine greca, significa letteralmente “retta dottrina” a cui se ne aggiunge una seconda complementare ovvero “retta giustificazione”. Il termine sta a significare comunemente una piena adesione al messaggio evangelico di Gesù Cristo trasmesso dagli apostoli senza mutazioni e una maggiore attenzione alla tradizione del cristianesimo dei primi secoli. Le chiese ortodosse sono una pluralità di chiese autonome che si riconoscono in comunione reciproca. Le chiese ortodosse possono dividersi in tre macro categorie: le chiese pre-calcedoniane o antico – orientali che si distinguono per la loro appartenenza alla tradizione afferente a Bisanzio (l’attuale Istanbul); le chiese calcedoniane, ovvero una famiglia di chiese indipendenti di cui fanno parte gli antichi patriarcati di GerusalemmeAntiochia, Alessandria (a cui appartengono la maggior parte delle chiese copte), Costantinopoli (a cui appartengono la maggior parte delle chiese bizantine) e altre chiese dotate di autocefalia (diritto all’elezione del proprio capo) – come il patriarcato di Mosca e di Romania –  o di autonomia (diritto all’autogoverno); la Chiesa assira dell’Est o nestoriana, separatasi dalle altre in seguito al concilio di Efeso e ormai minoritaria. In Italia sono presenti diverse chiese ortodosse, tra le più note quella russa di S. Caterina Martire di Alessandria e Eparchia ortodossa rumena d’Italia.

I nostri inizi

Il fondatore della nostra religione è Gesù di Nazareth. Egli era ebreo, nato a Betlemme e cresciuto a Nazareth con i suoi genitori, Maria e Giuseppe. Verso i trent’anni cominciò a percorrere le strade del suo paese per annunciare il “Regno di Dio”. Un Regno di pace, di giustizia, di benevolenza e solidarietà, con un’attenzione particolare nei confronti dei più poveri e dei diseredati. Un Padre misericordioso e compassionevole che “gioisce più per un peccatore che si converte che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione”. Le folle lo seguivano e fu considerato dai capi religiosi e politici del suo tempo come un pericoloso sovvertitore dell’ordine stabilito. Fu crocifisso in mezzo a due ladroni perdonando coloro che lo avevano condannato. Noi crediamo che Dio Padre lo abbia resuscitato dai morti e questa credenza è il centro della fede cristiana. I suoi apostoli diffusero rapidamente il suo messaggio e il suo stile di vita nel mondo allora conosciuto, secondo le sue indicazioni: “Annunciate la Buona Notizia della salvezza a tutti i popoli, fino agli estremi confini della terra”. Per noi cristiani, Gesù non è semplicemente un profeta ma il Figlio stesso di Dio.

E la storia continua così

Fin dalle origini, i cristiani erano divisi in comunità, che intendevano in modi differenti il messaggio cristiano. Nel corso della storia queste differenze si sono spesso approfondite, talora sovrapponendosi a questioni di carattere più politico che strettamente religioso. Tutti ci richiamiamo a Gesù Cristo come unico punto di riferimento, ma il modo di vivere la nostra fede, di celebrarla e di annunciarla varia dall’una all’altra confessione. Le Chiese cristiane possono essere classificate in diversi modi. Una suddivisione abbastanza semplice è quella che distingue le chiese occidentali da quelle orientali. Le Chiese occidentali derivano dalla Chiesa cattolica latina, la cui autorità si estendeva originariamente da Roma sulla parte occidentale dell’Impero Romano. Oltre alla stessa Chiesa cattolica, di questo gruppo fanno parte tutte le Chiese protestanti (termine che si riferisce al rapporto conflittuale di queste Chiese con il cattolicesimo, e in particolare con il papato) che da essa si sono staccate nel corso dei secoli. Fra di esse, le più importanti sono indubbiamente quelle nate nel XVI secolo con il movimento della Riforma (luterani, calvinisti, anglicani ecc.), ma vi sono anche gruppi di origine diversa (per es. i valdesi, i metodisti). A Oriente abbiamo invece le Chiese ortodosse, emanazione delle Chiese di lingua greca nate originariamente nel territorio dell’Impero Romano d’Oriente. A differenza di quanto accadde in Occidente, per quanto la Chiesa greca assumesse rilevanza particolare, essa non fu mai in grado di imporre la propria supremazia sulle Chiese “sorelle”. Allo stesso modo, anche le Chiese fondate da missionari ortodossi (specialmente fra le popolazioni slave) si resero rapidamente autonome dalle rispettive Chiese-madri, considerandosi allo stesso loro livello. Fra queste la più importante è la Chiesa ortodossa russa.

Guarda questo video sulla Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino

Le nostre scritture

Noi cristiani abbiamo come punto di riferimento principale la Bibbia, che comprende i libri sacri degli ebrei (con alcune aggiunte), che noi chiamiamo Antico Testamento, e il Nuovo Testamento. Fanno parte del Nuovo Testamento i quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli, un buon numero di lettere scritte da San Paolo e da alcuni degli apostoli alle prime comunità cristiane e l’Apocalisse. La Bibbia è considerata “parola di Dio”, nel senso che è stata da Dio ispirata agli uomini che, nel corso della storia, hanno redatto i testi da cui è composta. Viene letta in particolare durante le celebrazioni ma ciascuno di noi è invitato a leggerla con assiduità, traendone ispirazione per la propria vita.

In cosa crediamo

Tutti noi cristiani crediamo in un solo Dio creatore, fonte di vita e di amore, che si è fatto conoscere anzitutto agli ebrei; crediamo in Gesù Cristo, unico Signore e salvatore, che ha manifestato all’umanità l’amore di Dio; crediamo nello Spirito Santo, presenza attiva di Dio nella storia. In altre parole, crediamo in un solo Dio in tre persone, la “Trinità”.

Noi cristiani riteniamo che il Signore rivolga a uomini e donne un appello personale alla fede, da vivere con fedeltà, coerenza e obbedienza, e che tutti i credenti siano raccolti in un solo popolo, il popolo di Dio, cioè la Chiesa. Intendiamo tuttavia in modi diversi l’organizzazione della Chiesa stessa e le manifestazioni della vita religiosa, individuale e comunitaria. Il cuore del messaggio cristiano è l’annuncio della comunione, una vita condivisa con Dio che ha come conseguenza una solidarietà tra gli esseri umani, tutti figli e figlie di uno stesso Padre.

Crediamo anche che, alla fine dei tempi, Cristo tornerà nella gloria “per giudicare i vivi e i morti” e regnare per sempre sulla creazione. Nell’attesa di questa “seconda venuta” (parusìa), che era attesa come imminente dalle prime comunità cristiane, tutti i credenti sono chiamati a vivere nella speranza, proiettati verso un futuro di redenzione definitiva.

Come viviamo

Essere cristiani non significa solo credere nel Dio Padre annunciato da Gesù Cristo, ma anche adottare uno stile di vita conforme ai suoi insegnamenti. Per questo dovremmo sforzarci di essere misericordiosi e compassionevoli come lo è stato Gesù, praticando la giustizia, ma rinunciando a ogni vendetta. Oltre ad amare Dio “con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”, quindi, cerchiamo anche di “amare il prossimo come noi stessi”.

Nel libro del sacerdote Giancarlo Bregantini, Non possiamo tacere , troverai una testimonianza di fede e amore cristiano.

Noi cristiani crediamo inoltre che Gesù abbia indicato dei gesti simbolici, le cui modalità sono state fissate nei secoli dalla Chiesa, attraverso i quali la grazia divina agisce efficacemente nella vita quotidiana dei fedeli. Questi gesti, detti sacramenti, accompagnano i momenti più importanti della nostra vita, dalla nascita alla morte. La Chiesa cattolica e quella ortodossa ne individuano sette: il battesimo, la cresima (o confermazione), l’eucaristia, la penitenza, l’unzione degli infermi, l’ordine sacro e il matrimonio. I cristiani protestanti ne riconoscono solo due: battesimo ed eucaristia; gli altri vengono considerati riti ecclesiastici.

Feste, luoghi e simboli

Ogni confessione cristiana ha i suoi luoghi per la celebrazione: i cattolici si riuniscono in chiesa, i protestanti vanno al tempio, gli ortodossi hanno anch’essi delle chiese ma diverse per struttura e decorazione da quelle dei cattolici. Le nostre feste principali rimandano direttamente alla storia di Gesù Cristo, ripercorrendone le tappe fondamentali. La festa più importante dell’anno cristiano è la Pasqua, in cui ricordiamo la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. È la festa della Vita più forte di qualsiasi morte: i cattolici e i protestanti la celebrano la prima domenica dopo la prima luna piena di primavera e gli ortodossi la domenica successiva. La festa è preparata dalla Quaresima, un periodo di riflessione e raccoglimento in cui facciamo memoria dei quaranta giorni vissuti da Gesù nel deserto. Adottando uno stile di vita più sobrio, ritroviamo la genuinità della nostra fede e chiediamo perdono per i nostri peccati. Il Natale, che si celebra il 25 dicembre (o il 7 gennaio, per gli ortodossi che seguono il calendario giuliano, clicca qui per approfondire), è invece la festa che ricorda e attualizza la nascita di Gesù, Figlio di Dio, come uomo, da Maria.

Breve documentario sull’ortodossia

Guarda il video realizzato alla Chiesa ortodossa romena nell’ambito di "Luoghi in dialogo-Percorsi interreligiosi a Roma"

Il principale simbolo cristiano è la croce, che ricorda la morte di Gesù e la sua resurrezione, ovvero il cuore stesso della nostra fede. Fin dall’antichità la croce è stata adottata dai cristiani anche come gesto (il “segno della croce”), che si ottiene toccandosi con tre dita la fronte, l’ombelico e poi, una dopo l’altra, le due spalle. «Sia quando arriviamo che quando partiamo, sia quando ci calziamo i sandali che quando siamo in bagno o in tavola, sia quando accendiamo le nostre candele che quando ci riposiamo o ci sediamo, qualunque lavoro intraprendiamo, ci segniamo con il segno della Croce», scriveva Tertulliano già nel terzo secolo.

Guarda questo video per approfondire le origini, la simbologia e la gestualità del segno della croce per i cristiani.
Leggi questo articolo per approfondire i simboli più importanti presenti nelle catacombe cristiane.
Una preghiera

Signore, all’alba della nostra vita noi sapevamo di appartenere soltanto a te volevamo camminare con passo deciso verso di te.

Non sapevamo che la stella illumina differenti sentieri,
non sapevamo che risplende anche in acque stagnanti,
non pensavamo che brillasse sui buoni e sui cattivi.
Non conoscevamo le vie tortuose e impervie, i vicoli ciechi
e i lacci nascosti per farci cadere, le strade impraticabili e i torridi deserti.
Non sapevamo di essere solo dei viandanti, dei pellegrini
a un tempo itineranti ed erranti, dei nomadi in cerca di terre del cielo.
Signore, concedici di partire e trovare sorgenti, di non lasciarci attirare
dall’acqua stagnante, di non perdere il gusto dell’acqua di fonte.
Resta sempre accanto a noi nel nostro cammino
per sostenerci nella ricerca del tuo volto di luce
per guidarci di notte con il fuoco e di giorno con la brezza.
Quelli che si sono smarriti ritornino a te
quelli che non ti hanno conosciuto possano incontrarti
quelli che sono morti si ritrovino in te.
Preghiera per i viandanti – Monastero di Bose

Hanno detto…

In occasione della Conferenza internazionale per la pace che ha avuto luogo a Il Cairo nell’aprile 2017, Papa Francesco ha pronunciato un discorso che fornisce degli orientamenti fondamentali al dialogo interreligioso: «Proprio nel campo del dialogo, specialmente interreligioso, siamo sempre chiamati a camminare insieme, nella convinzione che l’avvenire di tutti dipende anche dall’incontro tra le religioni e le culture […] Tre orientamenti fondamentali, se ben coniugati, possono aiutare il dialogo: il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità e la sincerità delle intenzioni. Il dovere dell’identità, perché non si può imbastire un dialogo vero sull’ambiguità o sul sacrificare il bene per compiacere l’altro; il coraggio dell’alterità, perché chi è differente da me, culturalmente o religiosamente, non va visto e trattato come un nemico, ma accolto come un compagno di strada, nella genuina convinzione che il bene di ciascuno risiede nel bene di tutti; la sincerità delle intenzioni, perché il dialogo, in quanto espressione autentica dell’umano, non è una strategia per realizzare secondi fini, ma una via di verità, che merita di essere pazientemente intrapresa per trasformare la competizione in collaborazione».

 

Approfondiamo insieme… Le icone cristiane

Il termine icona deriva dalla parola greca “eikon” che significa “immagine, figura”. Essa compare nel VI e VII secolo come una delle manifestazioni della sacralità della tradizione bizantina, diffusasi in terra orientale e differenziata a seconda delle aree geografiche nelle quali si sviluppa. La leggenda, ambientata a Edessa (oggi Urfa in Turchia) a pochi giorni dalla passione e morte di Cristo, narra che la prima icona della storia rappresenti il volto di Gesù impresso su un velo detto Mandylion (mantile, sudario). L’icona è un mezzo attraverso cui l’uomo riceve aiuto, salvezza, sapienza. L’icona è considerata il “Vangelo in immagini” e quindi chi la dipinge, o meglio chi la “scrive”, diventa il tramite per questo passaggio di grazia. Potremmo suddividere le fasi di realizzazione di un’icona in tre parti: preparazione della tavola e gessatura, disegno e doratura, pittura e rifiniture. La prospettiva dell’icona è “rovesciata”, poiché le linee si dirigono in senso inverso rispetto a chi guarda, cioè non verso l’interno del quadro, ma verso l’esterno, dando allo spettatore l’impressione che i personaggi gli vadano incontro. Attraverso l’icona si apre una finestra sul divino, che si venera e si prega. L’icona è parte integrante della liturgia: davanti ad una icona non si è mai degli spettatori e basta, si è interpellati, chiamati. In chiesa le icone si trovano sulle pareti dell’edificio e nell’iconostasi, letteralmente “luogo delle icone”, un tramezzo che divide la navata dal presbiterio, ricorda la storia della salvezza e simboleggia tutto il mondo celeste e la nuova umanità della quale tutti noi siamo chiamati a far parte.

Per approfondire:

Mahmoud Zibawi, Icone. Senso e storia, Jaca Book, 2008

Ilarion Alfeev, L’icona. Arte, bellezza, mistero, EDB, 2017

Pavel Evdokìmov, Teologia della bellezza. L’arte dell’icona, San Paolo Edizioni, 2017

Visita la pagina Focus Incontri d’Arte
Per concludere, guarda questo simpatico video Christianity in brief!

 

Per capirci…

chiesa: dal greco ekklesia “assemblea”, indica la comunità di tutti i cristiani del mondo (Chiesa universale) o la comunità che si riunisce in un determinata città o paese (Chiesa locale).
dogma: termine del linguaggio ecclesiastico usato per indicare un principio certo e una verità inconfutabile (dal greco dògma, “dottrina comunemente accettata”, “decreto”).
sacramento: gesto simbolico, le cui modalità sono state fissate nei secoli dalla Chiesa, attraverso i quali la grazia divina agisce efficacemente nella vita quotidiana dei fedeli.
vangelo: narrazione che riguarda la vita di Gesù e i suoi insegnamenti (la “buona notizia”). Quattro Vangeli (Vangelo di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni) fanno parte del Nuovo Testamento, altri invece non sono stati inclusi nel canone e sono detti apocrifi. Rispetto ai Vangeli canonici, contengono spesso indicazioni relative anche all’infanzia di Gesù, oppure riportano lunghi elenchi di detti a lui attribuiti.

Foto in anteprima: pexels-anna-shvets (ad uso gratuito)