Il Centro Astalli. Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, esprime seria preoccupazione per le dichiarazioni di Donald Tusk alla vigilia del Vertice europeo di Malta.
Chiudere la rotta del Mediterraneo centrale vuol dire costringere le persone a rimanere in una Libia non stabile, non sicura e soprattutto non in grado di rispettare i diritti umani e l’incolumità dei migranti.
Tusk afferma che 181.000 persone arrivate in Italia nel 2016 sono un numero insostenibile per 28 paesi UE con un popolazione di più di 500 milioni di abitanti. “Si grida all’emergenza, si crea allarme nella società, si cavalca l’onda della paura per ottenere consenso politico” osserva P. Camillo Ripamonti presidente Centro Astalli, che sottolinea: “I migranti rischiano la vita in mare perché non hanno altra via d’ingresso. Bloccare il passaggio nel Mediterraneo non vuol dire, come molti sostengono, evitare che le persone muoiano. Al contrario senza un’alternativa possibile per entrare in Europa i trafficanti sperimenteranno vie sempre più pericolose e mortali”.
Il Centro Astalli, alla vigilia del Vertice di Malta, chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali:
– di stipulare accordi solo con i Paesi in cui i diritti umani fondamentali sono riconosciuti e rispettati e in cui è in vigore la Convenzione internazionale di Ginevra sul riconoscimento dello status di rifugiato. La Libia non è tra questi.
– di creare subito vie di accesso sicuro per chi scappa da guerre e persecuzioni: canali umanitari, visti, ricongiungimenti familiari, reinsediamenti.