Le Associazioni del Tavolo Immigrazione Salute (TIS), di cui il Centro Astalli fa parte, hanno scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza per proporre soluzioni che facciano fronte agli ostacoli all’accesso ai vaccini da parte di tante persone, tra cui i migranti, che si trovano in condizioni di vulnerabilità, fragilità sociale e marginalità.
Nel testo della lettera si legge: “L’impostazione esclusiva di iscrizione tramite piattaforma nazionale/regionale per la prenotazione del vaccino presso il proprio medico di medicina generale o in altro luogo, potrebbe essere un ostacolo discriminante per la popolazione socialmente più fragile, come è già successo in alcune Regioni con l’obbligatorietà di ricetta dematerializzata e prenotazione online”.
Rischiamo di rimanere escluse dal piano vaccinale le persone accolte in strutture collettive, coloro che sono senza documenti o permesso di soggiorno, i richiedenti asilo che ancora non hanno potuto accedere al servizio pubblico, nonché i soggetti socialmente fragili che vivono in insediamenti informali e tutti coloro che hanno difficoltà ad accedere al Servizio Sanitario Nazionale.
La prenotazione da effettuare attraverso piattaforma nazionale/regionale o presso il proprio medico di medicina generale o in altro luogo, tramite il codice fiscale/tessera sanitaria “potrebbe essere un ostacolo discriminante per la popolazione socialmente più fragile, come è già successo in alcune Regioni con l’obbligatorietà di ricetta dematerializzata e prenotazione online”.
Tra le proposte il TIS chiede che:
siano inserite specifiche modalità di inclusione nel Piano Vaccinale Nazionale a favore di quanti rischiano di rimanere esclusi;
sia prevista una “flessibilità” amministrativa, come indicata dall’AIFA, per agevolare la vaccinazione di chi si trova sul territorio nazionale pur non avendo tessera sanitaria, documento di identità o codice fiscale;
sia valorizzato il ruolo dell’associazionismo, il coinvolgimento delle comunità di immigrati e di mediatori culturali per favorire la comunicazione ed individuare le persone affette da specifiche fragilità socio sanitarie da sottoporre subito a vaccinazione, tenendo conto della necessità di garantire il richiamo vaccinale in una popolazione difficile da rintracciare.
“Queste misure possono favorire una migliore e capillare distribuzione del vaccino fra tutta la popolazione presente sul territorio nazionale con una maggiore copertura per una reale garanzia di salute pubblica e riducendo il rischio di differenziazione fra Regioni e Asl circa procedure, modalità e processi a tutela della popolazione più fragile e hard-to-reach” concludono le Associazioni, chiedendo al Ministero un confronto e il coinvolgimento attivo del Tavolo Immigrazione e Salute e del Tavolo Asilo su questi temi, per ovviare anche alla situazione verificatasi negli scorsi mesi quando le varie strutture d’accoglienza sì sono trovate a definire autonomamente percorsi e procedure per garantire un’accoglienza e gestione in sicurezza.