Lampedusa: 10 anni di piani sbagliati in 10 punti
Il JRS Europa e il Centro Astalli – JRS Italia sono sgomenti di fronte al piano in 10 punti della Commissione europea per Lampedusa. “Dissuadere gli arrivi, aumentare i rimpatri e cooperare con regimi antidemocratici. A quasi 10 anni dal tragico naufragio del 3 ottobre 2013, l’UE continua a proporre le stesse azioni inaccettabili. Questo mostra la mancanza di volontà di voler affrontare il fenomeno dal punto di vista delle persone in fuga, che nel frattempo continuano a soffrire” hanno dichiarato congiuntamente Alberto Ares, direttore del JRS Europa, e Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli.
“L’UE dovrebbe invece unire le forze per aprire vie sicure e legali di ingresso per le persone in cerca di protezione, e investire in sistemi di accoglienza solidi e dignitosi, in cui lavorare sull’integrazione e sull’inclusione sociale delle persone fin dal primo giorno”.
Il piano in 10 punti della presidente Von der Leyen non è il primo piano d’azione che la Commissione europea ha prodotto per far fronte all’aumento degli arrivi sulle coste mediterranee dell’UE.
Nel 2015 il commissario Avramopoulos, all’epoca responsabile per la migrazione, aveva presentato il suo piano in 10 punti per la situazione nel Mediterraneo. Quasi un anno fa è stata la volta dell’attuale commissario per la migrazione, Ylva Johansson, con un piano d’azione in 20 punti per il Mediterraneo centrale.
I punti in comune: impedire le partenze, cooperando con Paesi terzi in gran parte non democratici e incrementando le operazioni anti-tratta con il supporto di Frontex, aumentare il coinvolgimento delle agenzie dell’UE nella registrazione e nel rilevamento delle impronte digitali delle persone in arrivo e intensificare i rimpatri.
Nel piano della Von der Leyen non si fa menzione della necessità di creare percorsi sicuri e legali per eliminare la necessità per le persone di intraprendere il pericoloso viaggio attraverso il mare.
La solidarietà tra gli Stati membri di cui si fa rapidamente menzione è solo relativa alla possibilità di trasferire le persone a Lampedusa in altri Stati membri dell’UE, su base volontaria.
L’accento, invece, viene posto sul rafforzamento della sorveglianza delle frontiere e sull’attuazione di procedure di frontiera e accelerate all’arrivo, in linea con le proposte della Commissione nel Patto UE su asilo e migrazione, attualmente in fase di negoziazione.
La migrazione è un fenomeno complesso, in gran parte determinato dalle disuguaglianze del mondo in cui viviamo e dall’istinto umano di sopravvivere e cercare sicurezza e opportunità.
Bloccare gli arrivi non è solo in contrasto con i nostri obblighi legali e morali nei confronti dei rifugiati. Si è anche ampiamente dimostrato inutile.
Il JRS Europa e il Centro Astalli – JRS Italia uniscono le loro voci per chiedere un cambiamento fondamentale nell’approccio.
Nell’ultima fase dei negoziati sul Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, chiediamo all’UE di scegliere un approccio coordinato per la ricerca e il salvataggio nel Mar Mediterraneo, che comprenda la ricollocazione coordinata tra gli Stati membri, un aumento delle vie sicuri e legali di ingresso e sistemi di accoglienza solidi e accoglienti in tutta l’UE.