Il Centro Astalli, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, segue con apprensione le vicende delle persone soccorse dalle navi di ong a cui è impedito lo sbarco al porto di Catania.
Si tratta di naufraghi, sfiniti da giorni in mare e dalla fuga dai loro Paesi di origine oltre che dalla permanenza in Libia, Paese dove i migranti subiscono sistematicamente violenze e abusi.
Non prevedere l’assegnazione di un porto sicuro per dei naufraghi è una violazione grave dei diritti umani, del diritto del mare, delle convenzioni sulla protezione internazionale.
Il Centro Astalli chiede lo sbarco immediato di tutte le persone a bordo delle navi ferme nel porto di Catania.
In particolare sulla SOS Humanity 1 è salito ieri l’avvocato Riccardo Campochiaro, presidente del Centro Astalli Catania, in qualità di componente del team legale che assiste la SOS Humanity 1, che ha fornito l’informativa legale ai migranti e raccolto le domande di protezione internazionale delle 35 persone considerate dalle autorità competenti non vulnerabili e per questo non fatte scendere sulla terraferma.
Campochiaro afferma che: “Tutte le persone rimaste sull’imbarcazione sono in evidente stato di vulnerabilità, per le violenze subite nei Paesi di origine e di transito, per il naufragio nel Mediterraneo e per l’estenuante attesa di un porto sicuro in cui sbarcare. La loro situazione è altamente instabile, anche perché nessuno di loro riesce a spiegarsi per quale motivo a qualcuno è stato concesso di scendere e a loro no”.
Al di là dei diversi dubbi in relazione alle modalità con cui sono state individuate le persone più vulnerabili, il Centro Astalli non condivide l’approccio selettivo messo in pratica dal Governo, che non fa altro che aumentare il senso di ingiustizia e di discriminazione.
Alla luce delle informazioni raccolte e degli ultimi sviluppi il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali:
- l’attivazione immediata di un’operazione di ricerca e soccorso europea per il salvataggio di migranti alla deriva nel Mediterraneo;
- l’apertura proporzionata di vie legali di ingresso per chi si trova nella condizione di chiedere protezione in Europa o voglia giungervi per cercare condizioni di vita degne;
- piani di accoglienza e integrazione che permettano di gestire le migrazioni in Europa in maniera coordinata, ordinata e sicura.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea: “L’Europa, come chiede Papa Francesco, assuma su di sé la responsabilità delle migrazioni che da Asia e Africa la riguardano.
Non si può continuare a considerare un’emergenza i flussi migratori che nel mondo riguardano solo marginalmente il nostro continente.
All’UE il compito di lavorare per la pace con programmi di cooperazione volti alla promozione dei popoli e non alla chiusura delle frontiere e all’esternalizzazione dei propri confini. Proteggere, accogliere e integrare siano imperativo morale per ogni istituzione democratica”.