Rifugiati accolti dal Centro Astalli, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, prenderanno parte questa sera alla Via Crucis al Colosseo. A loro il compito di portare e accompagnare la Croce lungo alcune delle stazioni. Si tratta di uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni da Nigeria, Sud Sudan, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, oggi impegnati nel loro percorso di integrazione in Italia.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Papa Francesco ancora una volta ci ricorda che è in corso la terza guerra mondiale a pezzi ed è quanto mai urgente uno sforzo unanime per la pace. I rifugiati, perseguitati, sono tra i crocefissi della Storia, nel loro corpo portano le ferite provocate dalla violenza cieca e dall’ingiustizia del mondo. Con la loro presenza Papa Francesco ci invita a guardare negli occhi questi nostri fratelli e sorelle e a non rimanere indifferenti. Loro conoscono l’odore acre della guerra e insieme possiamo trovare la via della pace“.
Di seguito alcune note sui rifugiati accolti dal Centro Astalli, presenti questa sera alla Via Crucis:
Farida (rifugiata nigeriana) è fuggita all’età di 22 anni. Studiava Economia all’università. È rimasta 3 mesi in Libia, da dove si è imbarcata con altre 100 persone. La traversata è durata 3 giorni. È arrivata a Lampedusa. È sposata con Emmanuel, anche lui nigeriano, ingegnere metallurgico nel suo Paese. Rifugiato in Italia per motivi legati alla sua fede cristiana. Hanno due bambini. Sono seguiti dal servizio di accompagnamento sociale del Centro Astalli.
Joy (rifugiata nigeriana) è fuggita all’età di 19. Dopo un lungo viaggio arriva in Libia dove passa 4 mesi prima di tentare la traversata del Mediterraneo. Ha conseguito la licenza media in Italia e sta svolgendo un tirocinio nella ristorazione. È inserita in una comunità di ospitalità del Centro Astalli per consolidare il suo percorso di integrazione e autonomia.
Antony (rifugiato nigeriano) è stato in Libia un anno. Lì è stato rinchiuso in diversi centri di detenzione dove ha subìto torture e violenze. Oggi vive in una comunità di ospitalità del Centro Astalli con la moglie, nigeriana come lui. Si sono conosciuti in Italia. Lavora in un albergo.
Bidong (rifugiato dal Sud Sudan) con i suoi genitori e i suoi fratelli è scappato dal Sud Sudan per la guerra e ha trovato rifugio in un campo profughi in Etiopia dove è cresciuto. Grazie al suo amore per gli studi si laurea in Economia dello Sviluppo. È arrivato in Italia con il corridoio universitario promosso da UNHCR con Centro Astalli, Caritas e Chiese Evangeliche. Ora è iscritto al corso di laurea magistrale in Cooperazione allo sviluppo all’Università La Sapienza. È accolto in un co-housing del Centro Astalli.
Faisal (nato in Pakistan) è scappato dal Pakistan, dove è in corso una guerra nella regione del Kashmir e i talebani creano problemi alla società civile. Ha un permesso di soggiorno per casi speciali. Laureato nel suo paese in Lingue, qui in Italia lavora in una scuola di lingua. Nel suo tempo libero fa del volontariato con i migranti giunti da poco in Italia. È accolto dal Centro Astalli in una comunità di ospitalità.