- Home
- Attività nelle scuole
- Finestre focus
- Musica ed esilio
- Italiani di fatto, non di diritto –Filone 3
Introduzione
Il rap è in grado di soddisfare le richieste dei giovani e di rappresentarli al meglio, esaltando quella vitalità che li caratterizza. Gli artisti del genere raccontano della loro vita, dei loro problemi, di amore. Nei loro testi emerge una visione spesso molto critica della realtà; attraverso un linguaggio molto semplice, diretto e senza censure, il rap è una musica diretta, rappresenta una sorta di “specchio” che riflette la società nei suoi lati positivi e negativi.
Tra i rapper più in vista nel panorama italiano molti giovani talentuosi di seconda generazione nati e cresciuti in Italia o arrivati da piccolissimi. La forza di questi ragazzi è quella di raccontare le esperienze personali senza nascondersi dietro ai luoghi comuni. Versi crudi e diretti conditi con una punta di umorismo e ironia. Un mix di etnie e nuove sonorità che si fondono con il rap. Hanno la pelle scura, gli occhi a mandorla, i tratti orientali e parlano in vari dialetti italiani. Rappresentano la bussola per il futuro del nostro Paese e sono un termometro speciale che misura a che punto siamo con la tolleranza, il razzismo, e l’integrazione. Dai loro versi e dalla loro voce emerge il ritratto più sincero dell’Italia.
Canzoni Analizzate
1. #Afroitaliano – Tommy Kuti (2017)
2. Aliens – Coldplay (2017)
3. La nuova Italia– Laioung (2017)
4. Pa’l Norte – Calle13(2017)
5. Cara Italia – Ghali (2018)
6. Mama Africa – Chris Obehi (2019)
7. Coronavirus Freestyle – Tayo Yamanouchi (2020)
8. Non siamo pesci – Chris Obehi (2020)
9. Bayna – Ghali (2022)
Canzone 1
#AFROITALIANO
(Tommy Kuti– 2017)
L’autore
Tommy Kuti, nato in Nigeria e arrivato in Italia a 2 anni, è cresciuto in Brescia. All’età di 26 anni, Tommy si trasferisce in Inghilterra, dove consegue una laurea a Cambridge. Subito dopo decide di tornare in Italia per dedicarsi alla sua passione: la musica.
Lo sapevi che…?
Insieme ai rapper Amir Issa e Laioung, Tommy partecipa alla webserie di Repubblica dedicata allo Ius soli, il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati. Crea un nuovo brano chiamato “Non sono straniero, sono stranero”.
Testo
Esulto quando segna Super Mario
Non mangio la pasta senza Parmigiano
Ho la pelle scura, l’accento bresciano
Un cognome straniero e comunque italiano
A volte mi sembra di esser qui per sbaglio
Sanno poco di me, son loro bersaglio
Ciò che ho passato loro non lo sanno
E il mio passato mai lo capiranno
Mi dai del negro, dell’immigrato Il tuo pensiero è un po’ limitato
Il mondo è cambiato, non è complicato
“Afroitaliano” per te è un rompicapo
Non sanno chi siamo in questo Stato
Mi vuoi lontano, ho letto il tuo stato
Chi non ci vuole vede solo il colore
La nostra nazione sta scritta nel cuore
Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Questi che ne sanno di file in questura
Delle mille facce della mia cultura
È la melanina ciò che li cattura
Io non ho dei dubbi sulla mia natura
Quando io rappo è in italiano
E anche se parto resto un italiano
La prima volta che ho detto “ti amo”, ti giuro, l’ho fatto in italiano
Gli 883, la Dogo Gang
I cartoni sul 6 con Cristina D’Avena
La scena rap, chi era giù con me
Quando tutta sta gente non mi conosceva
Fanculo i razzisti, quelli della Lega
Ogni 2 Giugno su quella bandiera
Mando una foto ai parenti in Nigeria
Mangiando una fetta di pizza per cena
Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Ma lei si sente più africano o si sente più italiano?
Afroitaliano, perché sono stufo di sentirmi dire cosa sono o cosa non sono
Sono troppo africano per essere solo italiano e troppo italiano per essere solo africano
Afroitaliano, perché il mondo è cambiato
Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Analisi letteraria e musicale del brano
“Ho la pelle scura e l’accento bresciano, un cognome straniero e comunque italiano”. La canzone “Afroitaliano”, che narra l’esperienza personale di Tommy, racconta la storia dei ragazzi che come lui sono “afroitaliani”, giovani nati o cresciuti in Italia ma con genitori provenienti dall’Africa.
Canzone 2
ALIENS
(Coldplay– 2017)
Gli autori
I Coldplay sono un gruppo musicale britannico formatosi a Londra nel 1997. La band è composta da Chris Martin (voce, pianoforte, chitarra acustica), Jonny Buckland (chitarra elettrica), Guy Berryman (basso) e Will Champion (batteria). I quattro musicisti si conobbero alla University College di Londra e fondarono il gruppo che cambiò diversi nomi tra il 1996 e il 1998, prima in Pectoralz, poi Starfish ed in seguito definitivamente Coldplay.
Lo sapevi che…?
Quando la band iniziò a diventare famosa e ricca, annunciarono che avrebbero donato il 10% dei loro profitti in beneficenza, un gesto che continuano a fare fino ad oggi. Un chiaro esempio del forte impegno sociale del gruppo si ha nel 2009, quando un gran numero di preziosi oggetti della band sono stati messi all’asta, tra cui le prime chitarre. Tutti i profitti dell’asta sono andati all’organizzazione Kids Company, che aiuta i bambini svantaggiati nella città di Londra. I Coldplay hanno collaborato anche con molte altre organizzazioni di questo tipo, come Sentebale, quella fondata dalla famiglia reale inglese, o Amnesty International. I Coldplay sono sempre stati molto impegnati nei confronti della società che li circonda e i rifugiati non sarebbero stati da meno. Per questo hanno lanciato la canzone di beneficenza A L I E N S, i cui proventi andranno interamente alla “Migrant Offshore Aid Station” (MOAS), ONG internazionale che aiuta i rifugiati e gli immigrati in arrivo attraverso il Mediterraneo di cui la band è ambasciatrice.
Testo
We were just about to lose our home
Diamonds ate the radio
Moving in the dead of night
We took photographs just some just so
History someone to know
We were moving at the speed of flight
Kids cry
If you want to
That’s alright
If you want to
Hold me
Hold me tight
Just an alien
We were hovering without a home
Millions are UFO
Hovering in hope some scope tonight
Sees the light and says
Fly if you want to
That’s alright
But if you want to
Call me
Call this line
Just an alien
Just an alien
Oh, we just want to get home again
Tell your leader
Sir or ma’am
We come in peace
We mean no harm
Somewhere out there
In the unknown
All the E.T.’s are phoning home
Watching my life
On the skyline
Crossing your eyes
All a lifetime
Just an alien (moving target)
Target movement
Oh, we just want to get home again
Of the space time
Turning forward
Turning pages
Over Asia
Crossing ages
Just an alien
Oh, we just want to get home again
Traduzione
Stavamo per perdere la nostra casa
I diamanti divorano la radio
Ci siamo messi in cammino nel cuore della notte
Ci siamo portati dietro delle foto, tanto per
La storia ha qualcosa da sapere
Stavamo muovendoci alla velocità del volo
I bambini piangono
se è quel che vuoi
va bene
se è quel che vuoi
stringimi
stringimi forte
Solo un alieno
Stavamo vagando senza una casa
Milioni sono UFO
Vagando nella speranza di qualche proposito, stasera
Vede la luce e dice
Vola, se lo vuoi
Va bene
Ma se lo vuoi
Chiamami
Chiama questa linea
Solo un alieno
Solo un alieno
Oh vogliamo solo tornare di nuovo a casa
Dillo al tuo leader
Signore o signora
Veniamo in pace
Non intendiamo fare alcun male
Là fuori da qualche parte
Nell’ignoto
Tutti gli alieni stanno chiamando casa
Guardando la mia vita
Sullo skyline
Attraversando i tuoi occhi
Per tutta la vita
Solo un alieno (bersaglio mobile)
Bersaglio mobile (oh noi vogliamo solo)
Un frammento, un angolo (tornare a casa di nuovo)
Dello spazio-tempo
Che si gira verso di esso
Voltando le pagine
Sull’Asia
Attraversando le età
Solo un alieno
Oh, vogliamo solo tornare a casa di nuovo
Analisi letteraria e musicale del brano
Sia il testo che la trama grafica cercano di riflettere sulla situazione vissuta quotidianamente da tante persone che fuggono dalle loro terre d’origine a causa della guerra ma non trovano rifugio altrove. I Coldplay affrontano la crisi mondiale dei rifugiati, sottolineando la loro difficile situazione. Si sente parlare di migranti costretti a trasferirsi “nel cuore della notte”, bambini che piangono e persone disperate che “si aggirano senza casa”. La canzone è stata scritta dal loro collaboratore di Viva La Vida, Brian Eno.
Canzone 3
LA NUOVA ITALIA
(Laioung– 2017)
L’autore
Giuseppe Bockarie Consoli “LAIOUNG” è nato a Bruxelles il 13 agosto, da padre italiano e madre londinese di origine sierraleonese, all’età di sette anni, a causa di problemi familiari, si trasferisce in Italia, a Ostuni, città originaria del padre, per vivere dai nonni fino all’età di 13 anni. Egli stesso è solito definirsi come una persona “nomade”; nel corso della sua infanzia e della sua adolescenza, infatti, ha spesso cambiato casa tra Belgio, Italia (Palermo), Francia e Regno Unito, senza mai avere una fissa dimora. Negli ultimi anni ha viaggiato e lavorato molto anche tra Canada e Stati Uniti, crescendo, maturando e arricchendosi molto a livello musicale. Pur vivendo per la maggior parte del tempo all’estero, Laïoung è tornato spesso nel corso degli anni in Italia, conoscendo molte persone all’interno dell’ambito musicale italiano, come il produttore Nebbïa. Nel 2014, ha fondato l’etichetta discografica e il movimento “The RRR Mob”, basato su giovani imprenditori coinvolti nella musica, nella moda e nell’arte.
Lo sapevi che…?
Lo pseudonimo “Laïoung” deriva dall’unione delle parole “lion” (in inglese “leone”) e “young” (in inglese “giovane”) che stanno a indicare sia la sua origine sierraleonese, sia il suo spirito giovane e libero. Laioung ha la capacità di produrre tutti i tipi di generi musicali e distorce culture diverse nel suo suono. Suona fluentemente il piano e la chitarra. Parla e ha dischi in italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese e ha anche dischi di platino nell’industria musicale italiana, brasiliana e araba.
Testo
La nuova Italia siamo noi
Il futuro siamo noi
A mio padre gli avevano detto
“Guarda bene dove vai”
In Italia non c’è lavoro
Ma io non sarò come loro
E ce la farò da solo
Vi giuro che ce la farò da solo
E sono diventato un uomo
E sono diventato un uomo
Un uomo, un uomo
E sono diventato un uomo
E sono diventato un uomo
Un uomo, un uomo
La nuova Italia siamo noi
E potrai dire quel che vuoi
A mio padre gli avevano detto
“Mogli e buoi dai paesi tuoi”
C’hai la laurea in un quadro d’oro
Ma in Italia non c’è lavoro
Vorrei solo sapere a che cos’è servito
Il tuo sacrificio
Potevi inseguire le tue passioni
Ma per i tuoi erano distrazioni
Tanti litigi e incomprensioni
Purtroppo lottando nell’emozione
Quindi non ascoltare nessuno, no
Non credere mai che non si può
La nuova Italia siamo noi
Il futuro siamo noi
A mio padre gli avevano detto
“Guarda bene dove vai”
In Italia non c’è lavoro
Ma io non sarò come loro
E ce la farò da solo
Vi giuro che ce la farò da solo
E sono diventato un uomo
E sono diventato un uomo
Un uomo, un uomo
E sono diventato un uomo
E sono diventato un uomo
Un uomo, un uomo
Spiegatemi perché parlano
Perché i miei sogni mi salvano
Perché i miei sogni non mancano
Tutti i tuoi soldi non bastano
Si sono dimenticati di vivere
Respirare non è la stessa cosa
Quando troverai la felicità
La tua vita sarà meravigliosa
Tornare indietro no, non se ne parla
Quel tuo fratello dietro di te sparla
Io non mi fiderò mai di nessuno
Lavoro duro dall’uno al trentuno
Roma non fu fatta in un giorno
Questo è il mio turno, levati di torno
Conto le ore, apprezzo le piccole cose
E resto nella mia visione
La nuova Italia siamo noi
Il futuro siamo noi
A mio padre gli avevano detto
“Guarda bene dove vai”
In Italia non c’è lavoro
Ma io non sarò come loro
E ce la farò da solo
Vi giuro che ce la farò da solo
E sono diventato un uomo
E sono diventato un uomo
Un uomo, un uomo
E sono diventato un uomo
Un uomo, un uomo
Analisi letteraria e musicale del brano
Laïoung afferma che le nuove generazioni italiane sono composte da molti figli di immigrati e questa cosa va ormai accettata. Egli ricorda quando a suo padre la gente raccomandava di non andare in Italia per la difficoltà di trovare un buon lavoro, ma soprattutto per la presenza di un alto livello di razzismo. Laïoung vuole guadagnarsi da vivere con la sua passione inserendosi nel mercato musicale. La decisione di prendere la musica sul serio e farne un business, lo ha reso, ai suoi occhi, un vero uomo.
Canzone 4
PA’L NORTE
(Calle13– 2017)
Gli autori
Calle 13 era un gruppo musicale originario di Porto Rico e dedito al fusion rap e al reggaeton. Il gruppo era composto dai fratelli portoricani Residente (René Pérez Joglar), Visitante (Eduardo Cabra Martínez) e Ile (Ileana Cabra Joglar). Residente è cantante, compositore e produttore, mentre Visitante è arrangiatore, direttore musicale e polistrumentista. Ile, la loro sorellastra, è la voce femminile del gruppo. La band si caratterizzava per il suo stile musicale elettrico, che mescola stili molto vari, come rap, rock, ska, merengue, folklore latinoamericano, cumbia colombiana, salsa, afrobeat, elettronica, utilizzando spesso strumenti non convenzionali. La band era anche nota per i suoi testi satirici, nonché per un commento sociale su questioni di cultura, politica latinoamericana e internazionale.
Lo sapevi che…?
La band ha vinto 24 Latin Grammy Awards e 379 premi in totale, aggiudicandosi così un record nella musica urbana. Calle 13 ha ricevuto nel 2015 il Premio Nobel per la Pace a Barcellona, per i testi delle sue canzoni e il suo sostegno alle cause sociali. I testi di Calle13 hanno affrontato l’identità latinoamericana, il razzismo, l’immigrazione e la ribellione. L’artista portoricano ha prestato la sua voce e la sua immagine ad Amnesty International, UNICEF e altre organizzazioni. Nel luglio 2014, Calle 13 ha annunciato tramite il loro addetto stampa, Nannette Lambay, che si sarebbero presi una pausa in modo che i membri del gruppo potessero realizzare i loro progetti personali. La notizia è stata ufficializzata, confermando anche che l’esibizione della band ai festeggiamenti dei Giochi Panamericani di Toronto 2015 sarebbe stata l’ultima esibizione prima della suddetta pausa.
Testo
Unas piernas que respiran…
Veneno de serpiente…
Por el camino del viento…
Voy soplando agua ardiente
El día a día ha comenzado entusiasmado y alegre
Dice… Pasaporte
Tengo tu antídoto… Pal’ que no tiene identidad
Somos idénticos… Pal’ que llegó sin avisar
Tengo tu antílico…
Para los que ya no est’n para los que est’s y los que vienen
Tengo tu antídoto… Pal’ que no tiene identidad
Somos idénticos… Pal’ que llegó sin avisar
Tengo tu antílico…
Para los que ya no estan para los que estan y los que vienen
Un nómada sin rumbo la energía negativa yo la derrumbo
Con mis pezuñas de cordero me propuse recorrer el continente entero
Sin brújula, sin tiempo, sin agenda…
¿? Por las leyendas
Con historias empaquetadas en lata, con los cuentos que la luna relata aprendí a caminar sin mapa…
A irme de caminata sin comodidades, sin lujo… protegido por los santos y los brujos…
Aprendí a escribir carbonerías en mi libreta y con un mismo idioma sacudir todo el planeta…
Aprendí que mi pueblo todavía reza porque las “fucking” autoridades y la puta realeza… todavía se mueven por debajo’ e la mesa… aprendí a tragarme la depresión con cerveza…
Mis patronos yo lo escupo desde las montañas y con mi propia saliva enveneno su champaña…
Enveneno su champaña…
Tengo tu antídoto… Pal’ que no tiene identidad
Somos idénticos… Pal’ que llegó sin avisar
Tengo tu antílico…
Para los que ya no est’n para los que est’s y los que vienen
Tengo tu antídoto… Pal’ que no tiene identidad
Somos idénticos… Pal’ que llegó sin avisar
Tengo tu antílico…
Para los que ya no est’n para los que est’s y los que vienen
Sigo tomando ron…
En tu sonrisa yo veo una guerrilla, una aventura un movimiento…
Tu lenguaje, tu acento… Yo quiero descubrir lo que ya estaba descubierto…
Ser un emigrante ese es mi deporte…
Hoy me voy pal’ norte sin pasaporte, sin transporte… a pie, con las patas… pero no importa este hombre se hidrata con lo que retratan mis pupilas…
Cargo con un par de paisajes en mi mochila, cargo con vitamina de clorofila, cargo con un rosario que me vigila… suelo con cruzar el meridiano, resbalando por las cuerdas del cuatro de Aureliano…
Y llegarle tempranito temprano a la orilla… por el desierto con los pies a la parrilla…
Por debajo de la tierra como las ardillas, yo vo’a cruzar la muralla… yo soy un intruso con identidad de recluso… y por eso me convierto en buzo… y buceo por debajo de la tierra…
Pa’ que no me vean los guardias y los perros no me huelan… abuela no se preocupe que en mi cuello cuelga la virgen de la Guadalupe…
Oye para todos los emigrantes del mundo entero… all’ va eso… Calle 13
Tengo tu antídoto… Pal’ que no tiene identidad
Somos idénticos… Pal’ que llegó sin avisar
Tengo tu antílico…
Para los que ya no est’n para los que est’s y los que vienen
Tengo tu antídoto… Pal’ que no tiene identidad
Somos idénticos… Pal’ que llegó sin avisar
Tengo tu antílico…
Para los que ya no est’n para los que est’s y los que vienen
Esta producción artístico-cultural hecha con cariño y con esfuerzo
Sea como un llamado de voluntad y esperanza para todos, todos
Traduzione
Gambe che respirano…
Veleno di serpente…
Lungo il sentiero del vento…
Sto soffiando acqua ardente
La giornata è iniziata con entusiasmo e gioia
Dice… Passaporto.
Ho il tuo antidoto… Per chi non ha un’identità
Siamo identici… Per chi è arrivato senza preavviso
Ho il tuo antidoto
Per chi non c’è più, per chi c’è, e per chi verrà.
Un nomade senza direzione, l’energia negativa la distruggo
Con i miei zoccoli di pecora, mi sono messo in viaggio per il continente intero
Senza bussola, senza tempo, senza agenda…
Ispirato dalle leggende
Dalle storie stipate nei barattoli, con le favole che la luna racconta, ho imparato a camminare senza mappa…
A fare una camminata, senza comodità, senza lusso… protetto dai santi e dagli stregoni
Ho imparato a scrivere note sul mio taccuino e con la stessa lingua scuotere l’intero pianeta…
Ho imparato che la mia gente continua a pregare perché le “fottute” autorità e i fottuti reali… si muovono ancora sotto il tavolo… ho imparato a ingoiare la depressione con la birra…
I miei avventori li sputo dalle montagne e con la mia stessa saliva avveleno il loro champagne…
Avveleno il loro champagne…
Ho il tuo antidoto… Per chi non ha un’identità
Siamo identici… Per chi è arrivato senza preavviso
Ho il tuo antidoto
Per chi non c’è più, per chi c’è, e per chi verrà.
Nel tuo sorriso vedo una guerriglia, un’avventura, un movimento…
La tua lingua, il tuo accento… Voglio scoprire ciò che è stato già scoperto…
Essere un emigrante è il mio sport…
Oggi vado a nord senza passaporto, senza mezzi di trasporto… a piedi, con le gambe… ma poco importa, quest’uomo si idrata con quello che ritraggono le mie pupille…
Porto un paio di paesaggi nello zaino, porto una vitamina clorofilla, porto un rosario che veglia su di me…
Sogno con attraversare il meridiano, scivolando lungo i fili del quattro di Aureliano…
E arrivare molto presto a riva… attraverso il deserto con i piedi sulla griglia…
Sotto la terra come gli scoiattoli, io attraverserò il muro… sono un intruso con l’identità di un recluso… ed è per questo che divento un subacqueo… e mi tuffo sotto terra…
Affinché le guardie non mi vedano e i cani non mi fiutino… nonna non ti preoccupare, perché nel mio collo veglia la Vergine di Guadalupe…
Per tutti gli emigranti del mondo intero…… Calle 13
Ho il tuo antidoto… Per chi non ha un’identità
Siamo identici… Per chi è arrivato senza preavviso
Ho il tuo antidoto
Per chi non c’è più, per chi c’è, e per chi verrà
Analisi letteraria e musicale del testo
Si tratta di un brano che rende omaggio alle persone che attraversano a piedi il confine tra gli Stati Uniti e il Messico, e alla migrazione come attitudine universale dell’essere umano. Il testo della canzone critica i confini, il governo e le questioni sociali. Menziona come la disuguaglianza viene mostrata con “visti” o confini. Il brano è di genere” Rap” nella quale sono presenti strumenti andini.
Canzone 5
CARA ITALIA
(Ghali– 2018)
L’autore
Ghali Amdouni, noto semplicemente come Ghali, è un rapper italiano nato a Milano il 21 maggio 1993 da genitori tunisini. Ha sempre vissuto nel capoluogo lombardo, trascorrendo buona parte della sua infanzia a Baggio, quartiere della periferia milanese. Ha iniziato ad avvicinarsi all’hip hop utilizzando lo pseudonimo Fobia, mutato successivamente in Ghali Foh. Nel 2011 ha fondato i Troupe D’Elite, gruppo nel quale erano presenti anche il rapper Er Nyah (ora conosciuto come Ernia), la cantante Maite e il produttore Fonzie (ora conosciuto come Fawzi). Nello stesso anno firma un contratto con una etichetta discografica. Nel luglio del 2013 Ghali pubblica il mixtape Leader, collaborando con artisti quali Sfera Ebbasta, Maruego ed altri. Dal 2014 al 2016 pubblica una serie di singoli accompagnati da videoclip sul proprio canale YouTube, grazie ai quali ottiene popolarità. Nel 2015 cambia inoltre il proprio nome d’arte in Ghali.
Lo sapevi che…?
Uno dei suoi brani più noti si intitola “Cara Italia”. Ghali poco prima della pubblicazione del brano scrisse: “Cara Italia, ti dedico questa canzone che ho ideato tornando dal mio primo viaggio in America. Non hai nulla da invidiare a questi grandi paesi che vediamo nei film. Spero però che tu non ti offenda per aver risaltato i tuoi difetti, sappiamo tutti che sei bellissima ma questo serve a migliorarsi. Cara Italia, Ho scritto sei la mia dolce metà perché è davvero così. Tu mi hai visto nascere, mi hai cresciuto e ora che in ogni tuo angolo gridano il mio nome come posso voltarti le spalle? Tu che sei la dimora dei miei desideri, il letto dei miei sogni. Infinite le giornate di dolore tra le tue mura e infinite le notti di rabbia ma come potrei voltarti le spalle senza rimpianto? Cara Italia, ti chiedo solo tre cose: NON PARLARMI più di confini e non ti parlerò più con diffidenza. NON SENTIRTI inferiore e io mi sentirò all’altezza. NON VEDERMI come un nemico e io ti vedrò come una sorella, un’amica, una mamma. Spero che tu possa prendere in considerazione le mie parole. Io T.V.B Cara Italia”.
Testo
Fumo, entro, cambio faccia
Come va a finire si sa già
Devo stare attento, mannaggia
Se la metto incinta poi mia madre mi
Perché sono ancora un bambino
Un po’ italiano, un po’ tunisino
Lei di Portorico, se succede per Trump è un casino
Ma che politica è questa?
Qual è la differenza tra sinistra e destra?
Cambiano i ministri ma non la minestra
Il cesso è qui a sinistra, il bagno è in fondo a destra
Dritto per la mia strada
Meglio di niente, más que nada
Vabbè, tu aspetta sotto casa
Se non piaci a mamma tu non piaci a me
Mi dici “lo sapevo” ma io non ci credo
Mica sono scemo
C’è chi ha la mente chiusa ed è rimasto indietro, come al Medioevo
Il giornale ne abusa, parla dello straniero come fosse un alieno
Senza passaporto, in cerca di dinero
Io mi sento fortunato
Alla fine del giorno
Quando sono fortunato
È la fine del mondo
Io sono un pazzo che legge, un pazzo fuorilegge
Fuori dal gregge, che scrive “scemo chi legge”
Oh eh oh, quando il dovere mi chiama
Oh eh oh, rispondo e dico “son qua”
Oh eh oh, mi dici “ascolta tua mamma”
Oh eh oh, un, dos, tres sono già là
Oh eh oh, quando mi dicon “va’ a casa”
Oh eh oh, rispondo “sono già qua”
Oh eh oh, io t.v.b. cara Italia
Oh eh oh, sei la mia dolce metà
Aspè, mi fischiano le orecchie
Suspense, un attimo prima del sequel
Cachet non comprende monete
Crash Bandicoot raccogli le mele
Nel mio gruppo tutti belli visi
Come un negro bello diretto a Benin City
Non spreco parole, non parlo con Siri
Felice di fare musica per ragazzini
Prima di lasciare un commento, pensa
Prima di pisciare controvento, sterza
Prima di buttare lo stipendio, aspetta
Torno a Baggio, io non me la sento senza
Shakera!
Il tuo telefono forse non prende nell’hinterland
Finiti a fare freestyle su una zattera in Darsena
La mia chat di WhatsApp sembra quella di Instagram
Amore e ambizione già dentro al mio starter pack
Prigionieri di Azkaban fuggiti da Alcatraz
Facevamo i compiti solo per cavarcela
Io mi sento fortunato
Alla fine del giorno
Quando sono fortunato
È la fine del mondo
Io sono un pazzo che legge, un pazzo fuorilegge
Fuori dal gregge, che scrive “scemo chi legge”
Oh eh oh, quando il dovere mi chiama
Oh eh oh, rispondo e dico “son qua”
Oh eh oh, mi dici “ascolta tua mamma”
Oh eh oh, un, dos, tres sono già là
Oh eh oh, quando mi dicon “va’ a casa!”
Oh eh oh, rispondo “sono già qua”
Oh eh oh, io t.v.b. cara Italia
Oh eh oh, sei la mia dolce metà
Analisi letteraria e musicale del brano
Il brano è una critica fatta con allegria ma amara consapevolezza dal rapper milanese, che descrive le ombre e le luci dell’Italia di oggi, parlando della responsabilità dei media nel criminalizzare le migrazioni: “Il giornale ne abusa, parla dello straniero come fosse un alieno, Senza passaporto, in cerca di dinero” e della difficolta da parte della società italiana nell’accettare le seconde generazioni:” quando mi dicon “va’ a casa”, rispondo “sono già qua”. La metrica usata da Ghali è agile ed elastica, e dà vita a un rap melodico.
Canzone 6
MAMA AFRICA
(Chris Obehi– 2019)
L’autore
Chris Obehi, nome d’arte di Christopher Goddey, nasce in Nigeria nel 1998. Durante l’infanzia viene introdotto alla musica gospel dalla famiglia. Nel 2015 fugge dal suo paese a causa delle persecuzioni religiose portate avanti da Boko Haram. Il suo viaggio verso l’Europa è durato 5 mesi durante i quali è stato in carcere in Libia e infine ha attraversato il Mediterraneo su un barcone. Dopo essere arrivato a Lampedusa e poi a Palermo, ha scelto di vivere dedicandosi al suo grande sogno: quello di fare musica. In Nigeria suonava il pianoforte e il basso in chiesa, musica gospel. Quando è arrivato in una comunità per minori a Palermo, ha deciso di riprendere la propria passione per la musica e di imparare a suonare la chitarra da autodidatta.
Lo sapevi che…?
Il primo album di Chris Obehi, uscito per 800A Records, si chiama “OBEHI”, che in lingua Esan significa “mani d’angelo”. L’album è composto da canzoni in italiano, inglese, siciliano, Esan e Pidgin nigeriano e il tema principale è la lotta alla difesa dei diritti umani. Le melodie dell’album sono semplici e ruotano attorno a pochi elementi uniti efficacemente: il beat della batteria ispirata allo stile afrobeat, il basso dall’energia afro esplosiva e le chitarre soliste.
Testo
Simbi yahweh
Simbi yahnaah
Simbi yahweh mama Africa
So listen now listen to the children voices,
so listen now, listen to the nation calling, do you remember when they came to our land with their ships and their bomb and their guns and their plagues and their chains and their cages,
say we don’t need to war just to make us stronger but we just need to love each other better
Simbi yahweh
Simbi yahnaah
Simbi yahweh mama Africa
Senegal, Gambia, Mali, Togo, Congo, Cameroon, South Africa, Nigeria…
Simbi yahweh
Simbi yahnaah
Simbi yahweh mama Africa.
Traduzione
Simbi yahweh
Simbi yahnaah
Simbi yahweh mama Africa
Quindi ascolta ora ascolta le voci dei bambini,
quindi ascolta ora, ascolta la nazione che chiama,
ti ricordi quando sono venuti nella nostra terra
con le loro navi e le loro bombe e i loro cannoni
e le loro piaghe e le loro catene e le loro gabbie,
dicendoci che non abbiamo bisogno di guerra
solo per renderci più forti,
ma abbiamo solo bisogno di amarci meglio
Simbi yahweh
Simbi yahnaah
Simbi yahweh mama Africa
Senegal, Gambia, Mali, Togo, Congo, Cameroon, South Africa, Nigeria…
Simbi yahweh
Simbi yahnaah
Simbi yahweh mama Africa.
Analisi letteraria e musicale del brano
Chris Obehi racconta la storia della sua Africa e del suo viaggio per sbarcare in Europa. Questa è una sua canzone che parla di malinconia e ingiustizia ma anche di pace, amore e fratellanza fra tutti i popoli della Terra.
Canzone 7
CORONAVIRUS FREESTYLE
(Tayo Yamanouchi– 2020)
L’autore
Taiyo Yamanouchi, noto anche con lo pseudonimo Hyst, è un rapper e attore italiano. Di mamma italiana e papà giapponese, Taiyo nasce a Roma nel 75. Ha lavorato molto sia nel cinema che in televisione e teatro mentre paralellamente costruiva il suo percorso musicaole. Durante le scuole superiori è voce e chitarra del gruppo PsychoFunk con cui affronta le prime esibizioni live. Il repertorio è di soli brani originali e propone un mix di Funk, Trip Hop e Rap in lingua inglese. Parallelamente nasce l’interesse per l’HipHop nelle forme del Rap e dei Graffiti. Con il tempo entra a far parte del collettivo Blue-Nox insieme a Ghemon, Kiave, Mecna e MacroMarco il quale al contempo crea la MacroBeats Records, etichetta indipendente, con cui pubblicherà il secondo lavoro solista MANTRA. Oltre ai due lavori ufficiali e qualche Ep in freedownload Hyst è ospite di moltissme produzioni italiane, spesso utilizzato in qualità di Rapper e cantante, qualità che lo distingue dal resto della scena.
Lo sapevi che…?
Tayio conduce workshop e laboratori di scrittura Rap e si associa ad iniziative come “musica contro le mafie” sostenendo il percorso di coscienza sociale che promuove anche in molti brani. È conosciuto dal grande pubblico per la sua partecipazione a serie televisive come ‘Ultimo’ o ‘L’ispettore Coliandro’.
Testo
‘Sta para dei cinesi, mo’ è paranormale
Ed io non c’ho più voglia di insegnarvi a campare
Dici tre volte “Hyst” davanti al cellulare, lui appare
Ma guarda se devo tornare a insegnarvi a rappare
Il film è già in tutte le sale, io già vedo la scena:
La mamma che tossisce sangue mentre fa la cena
Il 2% di fatalità, virus mortale a malapena
‘Sta gente qua ha messo il cervello in quarantena
Mo’ tutti professori in fatto di cromosomi
Tutti col camice al banco dei testimoni
“Non mangerò più sushi”, bel branco di pecoroni
Io la corona c’è l’ho in testa, mica nei polmoni
Ah, ma l’idiota non si ferma, mica gli conviene
Basta un nemico solo e guerra, in fila tipo iene
Il web mi da la sua conferma, “minchia, figo il meme”
Qua l’arma chimica è il tuo sperma, sì, è la tua progenie
Io da bambino ero “Chin-Chun-Chan”
Ma poi mi hai visto in tele, allora sei un mio grande fan
Mo’ c’ho la tosse socio, dattela a gambe va’
Dai retta a me, dattela a gambe va’
Io da bambino ero sempre solo “Chin-Chun-Chan”
Ma poi mi hai visto in tele, allora sei un mio grande fan
Io c’ho la tosse socio, dattela a gambe va’
Io resto public enemy, number Wu-han.
Analisi letteraria e musicale del testo
In questo brano Taiyo Yamanouchi punta sull’ironia contro il panico da Coronavirus. “Se non ci fermiamo a pensare, pregiudizi e discriminazione possono causare danni enormi” afferma Yamanouchi. Il brano racconta da un lato l’esperienza personale che vive fin da piccolo quando veniva scambiato per cinese, e dall’altro la grave situazione di questi giorni durante i quali più volte è stato discriminato anche solo per uno starnuto.
Canzone 8
NON SIAMO PESCI
(Chris Obehi– 2020)
L’autore
Chris Obehi, nome d’arte di Christopher Goddey, nasce in Nigeria nel 1998. Durante l’infanzia viene introdotto alla musica gospel dalla famiglia. Nel 2015 fugge dal suo paese a causa delle persecuzioni religiose portate avanti da Boko Haram. Il suo viaggio verso l’Europa è durato 5 mesi durante i quali è stato in carcere in Libia e infine ha attraversato il Mediterraneo su un barcone. Dopo essere arrivato a Lampedusa e poi a Palermo, ha scelto di vivere dedicandosi al suo grande sogno: quello di fare musica. In Nigeria suonava il pianoforte e il basso in chiesa, musica gospel. Quando è arrivato in una comunità per minori a Palermo, ha deciso di riprendere la propria passione per la musica e di imparare a suonare la chitarra da autodidatta.
Lo sapevi che…?
Il primo album di Chris Obehi, uscito per 800A Records, si chiama “OBEHI”, che in lingua Esan significa “mani d’angelo”. L’album è composto da canzoni in italiano, inglese, siciliano, Esan e Pidgin nigeriano e il tema principale è la lotta alla difesa dei diritti umani. Le melodie dell’album sono semplici e ruotano attorno a pochi elementi uniti efficacemente: il beat della batteria ispirata allo stile afrobeat, il basso dall’energia afro esplosiva e le chitarre soliste. Nel 2020 ha vinto il premio Rosa Balistreri e Alberto Favara e ha ricevuto la Targa SIAE Giovane Autore a Musica contro le Mafie, con una premiazione a Casa Sanremo durante la quale ha suonato la sua canzone “Non siamo pesci”.
Testo
Cammineremo su strade che non conosciamo
Ho visto mio fratello che ha lasciato la casa che non rivedrà più
Quando sorride la gente pensa che tutto vada bene
Ma non va benissimo, ma non va benissimo
Vedo le case della gente diventare strada
perché l’odio e l’invidia disegnano la guerra
Non siamo pesci, dentro il mare Non siamo pesci, ma siamo umani Non siamo pesci, dentro il mare Non siamo pesci ma siamo umani
La la la la la la la la la la
la la la
Quel giorno era uscito di casa Sperava di tornare presto
a volte la vita non può essere prevista Ho sentito un gemito nell’oscurità Tutto quello che ho visto era un bambino In fondo al mare
costretto a vivere da pesce
Non siamo pesci, dentro il mare Non siamo pesci, ma siamo umani Non siamo pesci, dentro il mare Woo Non siamo pesci, ma siamo umani
Woo Non siamo pesci, dentro il mare Non siamo pesci, ma siamo umani Woo Non siamo pesci, dentro il mare Non siamo pesci, siamo umani
Non siamo pesci, dentro il mare Non siamo pesci, ma siamo umani Non siamo pesci, dentro il mare Woo Non siamo pesci, ma siamo umani
Analisi letteraria e musicale del brano
Chris Obehi ha descritto questa canzone come “Un’inno per la difesa dei diritti umani, il mio modo di ricordare a chi ascolta di restare umani, di vivere liberamente nel rispetto degli altri e di abbattere confini di qualsiasi genere tra le persone. Questa canzone é nata da un’esperienza che ho vissuto in prima persona durante il mio viaggio verso l’Europa.”
Canzone 9
BAYNA
(Ghali– 2022)
L’autore
Ghali Amdouni, noto semplicemente come Ghali, è un rapper italiano nato a Milano il 21 maggio 1993 da genitori tunisini. Ha sempre vissuto nel capoluogo lombardo, trascorrendo buona parte della sua infanzia a Baggio, quartiere della periferia milanese. Ha iniziato ad avvicinarsi all’hip hop utilizzando lo pseudonimo Fobia, mutato successivamente in Ghali Foh. Nel 2011 ha fondato i Troupe D’Elite, gruppo nel quale erano presenti anche il rapper Er Nyah (ora conosciuto come Ernia), la cantante Maite e il produttore Fonzie (ora conosciuto come Fawzi). Nello stesso anno firma un contratto con una etichetta discografica. Nel luglio del 2013 Ghali pubblica il mixtape Leader, collaborando con artisti quali Sfera Ebbasta, Maruego ed altri. Dal 2014 al 2016 pubblica una serie di singoli accompagnati da videoclip sul proprio canale YouTube, grazie ai quali ottiene popolarità. Nel 2015 cambia inoltre il proprio nome d’arte in Ghali. Fonda la propria etichetta discografica, Sto Records, nel 2016, anno in cui esce con il singolo ninna Nanna che ottiene il quadruplo disco di platino dalla FIMI. L’anno dopo esce Album, disco d’esordio che sarà seguito da altri inediti e dagli album DNA (2020) e Sensazione ultra (2022).
Lo sapevi che…?
Uno dei suoi brani più noti si intitola “Cara Italia”. Ghali poco prima della pubblicazione del brano scrisse: “Cara Italia, ti dedico questa canzone che ho ideato tornando dal mio primo viaggio in America. Non hai nulla da invidiare a questi grandi paesi che vediamo nei film. Spero però che tu non ti offenda per aver risaltato i tuoi difetti, sappiamo tutti che sei bellissima ma questo serve a migliorarsi. Cara Italia, Ho scritto sei la mia dolce metà perché è davvero così. Tu mi hai visto nascere, mi hai cresciuto e ora che in ogni tuo angolo gridano il mio nome come posso voltarti le spalle? Tu che sei la dimora dei miei desideri, il letto dei miei sogni. Infinite le giornate di dolore tra le tue mura e infinite le notti di rabbia ma come potrei voltarti le spalle senza rimpianto? Cara Italia, ti chiedo solo tre cose: NON PARLARMI più di confini e non ti parlerò più con diffidenza. NON SENTIRTI inferiore e io mi sentirò all’altezza. NON VEDERMI come un nemico e io ti vedrò come una sorella, un’amica, una mamma. Spero che tu possa prendere in considerazione le mie parole. Io T.V.B Cara Italia”.
Testo
La tristezza potrebbe aver preso il sopravvento su di me e il tempo è passato
Pensavi che il tuo freddo sarebbe stato eterno quando hai iniziato ad incolparmi?
Con l’anima della mia ombra ho volato in alto
Anche se le nuvole erano scure
Anche se sono stato sfortunato
Guardando negli occhi le persone che mi hanno tradito, non le dimenticherò
perché le mie intenzioni sono sempre state buone
Dimmi solo che non lo sapevo
Che i miei occhi non vedevano una strada
Ma è chiaro e ovvio, niente è impossibile
Ma è chiaro e ovvio, non sarà così per sempre
Ma è chiaro e ovvio, niente è impossibile
Ma è chiaro e ovvio, non sarà così per sempre
Mediterraneo
Tra me e te il Mediterraneo
Il volto familiare di un estraneo
Orfano come un nuovo ateo
Immagina il Corano nella radio
Non parlan bene di noi al notiziario
Malеdetto quel giorno allo stadio
Ora, a testa in giù, tutto è più chiaro
Sеconda mamma
Sei la mia seconda mamma
Non c’è figlio che non sbaglia, no
Tu sogni l’America, io l’Italia
La nuova Italia
Ma è chiaro e ovvio, niente è impossibile
Ma è chiaro e ovvio, non sarà così per sempre
Ma è chiaro e ovvio, niente è impossibile
Ma è chiaro e ovvio, non sarà così per sempre
Analisi letteraria e musicale del brano
Nel testo della canzone Ghali parla del Mediterraneo e del volto familiare di un estraneo, quello di un soccorritore, di un medico, di un volontario che tendeva la mano, pensando prima di tutto e soltanto a salvare una vita. Ghali si riferisce alla rappresentazione degli stranieri da parte di certi media televisivi italiani, che spesso enfatizzano la provenienza del protagonista di un crimine solo quando è straniero, alimentando razzismo e discriminazione.