Papa Francesco, durante l’Angelus del 1° gennaio, giorno in cui dal 1968 si celebra la Giornata Mondiale della Pace, ha ancora una volta sottolineato la necessità e l’urgenza di realizzarla per tutti i popoli nel mondo.
Nel suo saluto, in particolare, il Pontefice ha accostato la figura di Maria con in braccio il suo Figlio alle “giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa nei campi per i rifugiati” – “Sono tanti!”, ha sottolineato. Inoltre, ha ricordato “che il mondo cambia e la vita di tutti migliora solo se ci mettiamo a disposizione degli altri, senza aspettare che siano loro a cominciare a farlo. Se diventiamo artigiani di fraternità, potremo ritessere i fili di un mondo lacerato da guerre e violenze”.
Riprendendo le parole contenute nel suo Messaggio per la LV Giornata Mondiale della Pace, papa Francesco ha incoraggiato a edificare la pace “con l’attenzione agli ultimi, con la promozione della giustizia, con il coraggio del perdono, che spegne il fuoco dell’odio”. Parole sempre attuali in un contesto in cui il dialogo tra generazioni e nazioni è interrotto o assente. Il dialogo, insieme a “uno sguardo positivo al bene che può unirci”, possono aiutare nel cammino della pace.
La pace infatti “è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”; il Pontefice ha concluso il primo messaggio dell’anno con l’invito a “rimboccarsi le maniche per costruire la pace”.